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  • Vetrata e insegna della Farmacia del Moro, Firenze.zoom in altra finestra

Farmacia del Moro

L'origine di questa farmacia è molto antica, risalendo con tutta probabilità ai tempi della Repubblica Fiorentina. Definita "del Moro" o "del Saracino" a ricordo della rinomanza che già all'epoca gli arabi avevano quali abili manipolatori di droghe e maestri nell'arte farmaceutica, essa era, in origine, collocata all'inizio di via Cerretani, di fronte al canto alla Paglia. La farmacia divenne poi la più rinomata di Firenze nel secolo XVI quando, gestita dal farmacista Anton Francesco Grazzini, detto il Lasca, speziale, poeta, commediografo e novelliere, fondatore dell'Accademia degli Umidi, diventò il punto di ritrovo dei letterati dell'epoca.

Purtroppo oggi, a testimonianza di quella antica storia, non rimangono che le vetrate esterne raffiguranti una testa di moro e la lapide interna, che reca la seguente iscrizione: «In questa officina già del Saracino or del Moro, fin dal MDXXI fu farmacista A.F. Grazzini da Staggia, leggiadro poeta, commediografo e novelliere che quivi accolti a sua cura precipua Machiavelli, Mazzuoli da Strada e lo Zanchino, con altri di quei dotti in lieti convegni, l'Accademia degli Umidi di poi Fiorentina, fondava le cui dette incruscate adunanze in quelle della celebre Crusca si trasmutarono, nelle quali tutte ei tolse il nome da impresa ove una lasca guizza dall'onda a ghermire incauta farfalla». Le vetrate e la lapide furono realizzate dal dottor Taverna nel 1905 all'atto dell'acquisto della farmacia, che in quell'epoca fu trasferita nella posizione attuale di fronte al Battistero di San Giovanni.

Come ricorda il Pedrazzini, la farmacia era inoltre dotata di una collezione di vasi in ceramica bianca con iscrizioni in oro di epoca settecentesca, oggi perduti. In seguito all'alluvione dell'Arno del 1966, sono andati completamente distrutti preziosi documenti antichi, strumenti e suppellettili.

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Scheda a cura di Antonella Gozzoli

Data aggiornamento 16/gen/2008