Fonderia del Pignone
La “Fonderia di ferro di seconda fusione”, detta del Pignone, fu costruita nel 1842 fuori porta San Frediano, lungo la riva sinistra dell'Arno. Nelle vicinanze esisteva un antico porto (lo scalo dei navicelli) che veniva utilizzato, prima della costruzione della Stazione ferroviaria Leopolda, per il carico e lo scarico delle merci tra Firenze e il porto di Livorno.
Inizialmente la Fonderia del Pignone realizzò vari oggetti di arredo urbano e privato, molti dei quali di valore artistico. L'impiego del ferro nelle costruzioni, infatti, poneva le basi per un nuovo rapporto fra arte, tecnologia e industria. Nel 1856 l'officina meccanica della Fonderia realizzò, sotto la guida dell’ingegnere Pietro Benini, il primo modello del motore a scoppio ideato da Barsanti e Matteucci.
Intorno alla metà dell'Ottocento, il borgo del Pignone era divenuto il quartiere industriale della città: oltre alla Fonderia, vi si erano insediate le Officine del Gas e altre piccole realtà manifatturiere.
Alla fine del secolo XIX, la Fonderia avviò la produzione militare e nel 1917 la fabbrica fu trasferita a Rifredi. Durante la Seconda Guerra Mondiale l'impianto industriale fu distrutto e successivamente fu avviato un processo di riconversione dell'attività. Nel 1953 lo stabilimento fu chiuso, ma l'anno successivo fu costituito la Nuova Pignone che si inserì nel campo dell'alta tecnologia e che ancora oggi vanta un ruolo di altissimo rilievo in ambito nazionale e internazionale.
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Scheda a cura di Graziano Magrini
Data aggiornamento 23/feb/2008