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  • Parco Romantico della "Ghiacciaia", Villa di Bibbiani, Capraia e Limite.zoom in altra finestra
  • Giardino di Villa di Bibbiani, Capraia e Limite.zoom in altra finestra

Giardino di Villa di Bibbiani

Il complesso di villa Bibbiani, sulle pendici meridionali del Montalbano, risale al secolo XVII quando la famiglia Frescobaldi ampliò i propri terreni a nord dell'Arno, facendoli confinare con la villa medicea di Artimino. Nel 1790 la proprietà passò ad Anastasia Frescobaldi, in occasione del suo matrimonio con Pietro Ridolfi, e nel 1809 fu ereditata dal figlio Cosimo Ridolfi, al quale si deve la realizzazione di uno dei più importanti giardini di acclimatazione d'Italia di notevole interesse dal punto di vista botanico.

Ridolfi, nel creare il parco, fece ricorso alle sue competenze botaniche e agricole che gli consentirono di diventare prima membro e poi direttore dell'Accademia dei Georgofili di Firenze dal 1842 al 1865. Le ottime condizioni climatiche e la felice posizione lo portarono a destinare la parte meridionale della proprietà alle coltivazioni e quella settentrionale al parco all'inglese. La ricchezza e la rarità delle specie vegetali furono ammirate da Targioni Tozzetti e da Savi, oltre che dai botanici riunitesi nella villa di Bibbiani nel 1841 durante la Terza Riunione degli Scienziati Italiani e dai partecipanti al convegno della Società Toscana di Orticoltura del 1858, come ricorda una lapide posta nel giardino.

Il parco, che si estende per circa 20 ettari, è disposto su tre versanti digradanti organizzati in giardini all'italiana nelle zone intorno alla villa e in boschi e prati nelle altre aree. Nel grande prato alberato davanti la villa si trovano un pino domestico alto 25 metri e con una circonferenza di 4,4 metri, alcuni cedri del Libano, una sequoia gigante, un abete del Caucaso e una Hovenia dulcis originaira della Cina, che costituisce uno dei primi esemplari introdotti in Italia. I giardini all'italiana che circondano la villa sono organizzati in due settori di cui quello sopraelevato è dominato da due belle palme. Il giardino dietro la villa costituisce la parte più importante dal punto di vista botanico, essendo stata una delle zone in cui il Ridolfi realizzava i suoi esperimenti con le specie esotiche ornamentali. Si possono ancora ammirare, accanto a un tiglio tomentoso, a due ippocastani rosa e a un canforo, due aiuole di camelie che costituiscono una pregiata testimonianza della collezione impiantata dal Ridolfi intorno al 1830. Il parco romantico è diviso in quello orientale e in quello occidentale. Nel parco orientale, particolarmente suggestivo, si trova l'antica fornace dietro la quale si innalzano una splendida sequoia e un grande pino, ricordato già nel 1824, di cui oggi resta solo il tronco poiché nella primavera del 2003 la chioma è stata recisa da una tempesta. Il parco occidentale, recuperato nel 2003, è caratterizzato da numerose specie tra cui un gigantesco platano, un cedro da incenso, un pino nero di Calabria, un maestoso pino domestico. In quest'area del parco si trovano il vivaio di conifere e il castagneto. Particolarmente interessante è la grande ghiacciaia medievale destinata alla conservazione delle derrate alimentari, non più utilizzata da circa 200 anni.

Il complesso di villa Bibbiani è attualmente di proprietà della famiglia Del Gratta, alla quale si devono i numerosi interventi di recupero realizzati in questi ultimi anni, oltre che la compilazione del catalogo delle specie arboree del parco.

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Scheda a cura di Graziano Magrini

Data aggiornamento 14/feb/2008