Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia
La Manifattura di porcellane di Doccia, aperta nel 1737 dal marchese Carlo Ginori nella villa Buondelmonti presso Sesto Fiorentino, fu uno dei primi impianti toscani che acquisì dimensioni industriali. Nel 1741 la corte granducale gli concesse il monopolio per la produzione delle porcellane in Toscana. Il Granduca Pietro Leopoldo di Lorena avviò una regolare committenza per la fornitura dei servizi da tavola per le residenze granducali. Nella seconda metà dell'Ottocento la manifattura partecipò alle Esposizioni Universali delle Arti e dell'Industria e nel 1861 ottenne la medaglia d'oro alla Esposizione Nazionale di Firenze. Negli stessi anni, grazie alle continue migliorie tecniche, la fabbrica aumentò la produzione e acquisì sempre maggior prestigio tanto in Italia quanto all'estero.
Fu lo stesso Carlo Ginori che destinò alcuni locali al pianterreno della Villa di Doccia per la raccolta di modelli, ceramiche e terre, formatasi nel primo periodo di vita della fabbrica. Nel 1896 la Ginori fu acquistata dalla Richard di Milano. I Ginori-Lisci, pur mantenendo la proprietà delle raccolte storiche, acconsentirono a lasciarle in deposito nei locali dove erano esposte fin dalle origini. Alla collezione Ginori-Lisci si aggiunsero via via nuovi oggetti di proprietà Richard-Ginori. Durante la Seconda Guerra Mondiale le collezioni furono imballate e messe al sicuro. Nel 1950 l'intera raccolta fu notificata e venne raggiunto un accordo con la famiglia Ginori-Lisci, che riacquisì un terzo della propria raccolta, lasciando i restanti due terzi alla Società Ceramica Richard-Ginori. Nell'attuale Museo di Sesto Fiorentino, costruito appositamente e inaugurato nel 1965, è conservato il lascito Ginori, oltre a tutti gli oggetti raccolti dopo la fusione con la Richard.
La raccolta comprende oggetti in maiolica, porcellana e terraglia, realizzati dalla Manifattura dal 1737 a oggi. Una sezione è dedicata a ceramiche prodotte da altre manifatture tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Sono inoltre conservati modelli in piombo, terracotta, gesso, zolfo e cera. Tra questi, sono di particolare importanza le cere, perché opere originali provenienti dalle botteghe dei due scultori tardobarocchi fiorentini Massimiliano Soldani Benzi e Giambattista Foggini.
L'Archivio Storico della Manifattura, conservato presso il Museo, comprende materiali databili tra l'Ottocento e gli anni Trenta del Novecento: relazioni, bilanci, cataloghi, attestati di partecipazione ad Esposizioni Internazionali, lettere, oltre 5.000 bozzetti e disegni. La Biblioteca raccoglie pubblicazioni dalla metà del Settecento ad oggi: testi di storia della ceramica e volumi illustrati utilizzati per le decorazioni sulle ceramiche, tra cui opere di botanica e zoologia del Settecento.
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Scheda a cura di Graziano Magrini
Data aggiornamento 17/mar/2009