Parco delle Cascine
Situate sulla riva destra dell'Arno, le Cascine si estendono per circa 118 ettari, costituendo il più grande parco pubblico di Firenze. Sono delimitate, oltre che dall'Arno, dal torrente Mugnone e dal canale Macinante, costruito nel 1563. Le Cascine, che costituivano una vasta tenuta agricola di proprietà di Alessandro e Cosimo I de' Medici, erano destinate a riserva di caccia e all'allevamento dei bovini. Il nome cascina indicava, infatti, un cerchio di faggio usato per premere il latte rappreso con cui veniva prodotto il formaggio. La tenuta fu oggetto di particolari cure nella manutenzione del terreno e nei tipi di piantagioni e di colture, tra le quali erano presenti rare specie di piante da frutto che rientravano negli interessi dei Medici per le sperimentazioni e le rarità scientifico-colturali.
Con il passaggio del Granducato alla famiglia Lorena, le Cascine, nonostante mantenessero ancora un aspetto rurale, assunsero sempre più una funzione di parco che veniva anche aperto al pubblico in occasione di particolari ricorrenze. I primi importanti lavori di trasformazione della tenuta in parco furono realizzati a partire dal 1786 su progetto di Giuseppe Manetti. Lungo un percorso simbolico furono dislocate una serie di arredi e architetture, tra i quali si distinguevano la Palazzina reale, l'abbeveratorio del Quercione, detto Fontana delle boccacce, la piramide con funzione di ghiacciaia (oggi deposito degli attrezzi dei giardinieri) e le due pavoniere, dette in origine fagianiere, a forma di tempietti neoclassici che costituivano due gabbie per uccelli. A Giuseppe Manetti fu affidato anche il compito di organizzare feste e ricevimenti. Particolarmente grandiose furono le feste per l'insediamento di Ferdinando, celebrate dal 2 al 5 luglio 1791.
Sotto Elisa Baciocchi, durante il periodo napoleonico, le Cascine diventarono un vero e proprio parco pubblico. Nel corso dell'Ottocento si susseguirono numerosi lavori di ampliamento e risistemazione. Il Parco delle Cascine fu acquisito dal comune di Firenze nel 1869. Nel corso del Novecento assunsero maggiore rilievo alcune attività sportive, quali la corsa coi cavalli, il tennis, il tiro al bersaglio, il tiro al piattello e il nuoto nella piscina delle Pavoniere. Nel 1937, su progetto di Raffaello Fagnoni, furono costruiti gli edifici che ospitano la Scuola di Aviazione. Nella Fattoria Granducale è oggi ospitata la facoltà di Agraria dell'Università degli Studi, che ha arricchito il parco di colture specializzate nelle aree circostanti all'edificio. Il parco ha mantenuto il suo aspetto monumentale, nonostante i numerosi interventi degli ultimi due secoli, caratterizzato da vasti prati, da imponenti viali e dal bosco di cedri dell'Atlante, olmi, pini, ippocastani e pioppi.
Le due sponde dell'Arno, nel tratto che costeggia il parco delle Cascine, sono collegate da due ponti che hanno caratterizzato il paesaggio fluviale. Fuori Porta San Frediano era collocato il ponte denominato San Leopoldo in onore dell'allora Granduca di Toscana Leopoldo II di Lorena, costruito nel 1836, della cui originaria struttura oggi abbiamo perduto le tracce. Si trattava, infatti, di un ponte sospeso sull'Arno in struttura metallica, costruito dalla Società francese dei fratelli Marc e Jules Séguin, famosi ingegneri esperti nella progettazione di ponti metallici. Il ponte San Leopoldo, assieme a quello di San Ferdinando, con le sue avveniristiche strutture costituiva un importante esempio dei progressi della tecnologia, dando avvio in Italia alla fase delle costruzioni dei ponti in ferro. Il Ponte San Leopoldo collegava la via Regia Pisana e Livornese con la Pistoiese e, a partire dal 1848, il borgo "industriale" del Pignone con la Stazione ferroviaria Leopolda. Negli anni Trenta del nostro secolo fu abbattuto per far posto ad un ponte in muratura, che, distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, fu a sua volta sostituito dall'attuale ponte su tre arcate, denominato ponte della Vittoria. Poco oltre la confluenza del torrente Mugnone nell'Arno è posto il Ponte all'Indiano, costruito nella seconda metà del Novecento dagli architetti Adriano Montemagni e Paolo Sica e dall'ingegnere Fabrizio De Miranda. Il ponte, che presenta due livelli (uno automobilistico, l'altro pedonale), è stato realizzato con un'unica campata in ferro che presenta una luce di circa 200 metri. La campata è appoggiata a due spalle in cemento armato e sostenuta da cavi di sospensione ancorati a due piloni in ferro alti circa 48 metri leggermente inclinati.
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Scheda a cura di Graziano Magrini
Data aggiornamento 11/gen/2008