Parco del Neto
Anche in un'area fortemente urbanizzata, come quella fra Calenzano e Sesto Fiorentino, è possibile trovare un'oasi di grande interesse botanico. Si tratta del Parco del Neto, sulle prime pendici del Monte Morello, che ha mantenuto integri alcuni aspetti che caratterizzavano in passato tutta la piana: un'area umida, testimonianza di un più antico bacino lacustre che fungeva da naturale valvola di sfogo durante le piene dell'Arno.
Per iniziativa del Marchese Ilario de Boissy, gli acquitrini della zona furono trasformati, attorno alla metà dell'Ottocento, in un giardino romantico collegato alla sua villa nobiliare tramite un sottopassaggio. Nel quadro di tale ristrutturazione furono creati anche i laghetti artificiali, tuttora visibili, alimentati da due risorgive della falda freatica. Per il rimboschimento dell'area furono piantate numerose varietà di alberi, tra le quali si segnalano tigli, platani, ontani neri e ippocastani. Ai primi del Novecento risale, invece, l'introduzione del più raro Taxodium distichum, noto come "cipresso calvo delle paludi", riconoscibile per la presenza, ai suoi piedi, dei caratteristici "pneumatofori" (radici respiratorie). Ricca anche la piccola fauna (ghiro, picchio rosso, cinciallegra, riccio, toporagno ecc.) che trova in questo parco un habitat ideale.
Il parco del Neto è oggi di proprietà dei Comuni di Calenzano e Sesto Fiorentino.
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Scheda a cura di Elena Fani
Data aggiornamento 13/feb/2008