Pescaia di San Niccolò - Arno
Fin dall'antichità e fino a tutto il secolo XIV, l'Arno rappresentava per Firenze una delle maggiori risorse per produrre energia per gli opifici idraulici dislocati lungo il suo corso. Il fiume era inoltre sfruttato come via fluviale e come naturale approvvigionamento ittico. L'Arte della Lana possedeva sulle rive del fiume numerose strutture necessarie ai vari cicli della lavorazione di lana e stoffe, come ad esempio le gualchiere. Contribuivano all'opera di canalizzazione le cosiddette "pescaie" o "steccaie" realizzate in materiale ligneo o vegetale. Due erano le principali pescaie fiorentine: la pescaia di San Niccolò, situata nella zona dell'omonima porta, e quella di Santa Rosa nella zona del parco delle Cascine. La pescaia di San Niccolò forniva l'acqua ai mulini situati all'interno delle mura, destinati in parte alle necessità della popolazione.
Fra il 1836 e il 1837 nei pressi della pescaia fu realizzato un ponte sospeso sull'Arno sorretto da corde metalliche tese da sponda a sponda, denominato San Ferdinando in onore del Granduca Ferdinando III. In quegli anni l'impiego del ferro nelle costruzioni poneva le basi per un nuovo rapporto fra arte, tecnologia e industria. Il ponte fu costruito dalla Società francese dei fratelli Marc e Jules Séguin, famosi ingegneri esperti nella progettazione di ponti metallici, che avevano avuto anche l'incarico della realizzazione dell'altro ponte in ferro di Firenze (ponte San Leopoldo). Il ponte San Ferdinando, soltanto pochi anni dopo l'inaugurazione, venne travolto dalla grande alluvione dell'Arno del 1844. Nel 1853 fu ricostruito per essere poi sostituito, nel 1890, da un altro ponte metallico a tre luci, anch'esso oggi non più esistente. Caduto il Granducato, fu denominato San Niccolò dal quartiere vicino, nome mantenuto anche dall'attuale ponte in cemento armato ad una sola arcata, costruito dopo la Seconda Guerra Mondiale.
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Scheda a cura di Antonella Gozzoli
Data aggiornamento 15/gen/2008