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  • Interno di Villa Caruso Bellosguardo, Lastra a Signa.zoom in altra finestra
  • Veduta aerea di Villa Caruso Bellosguardo, Lastra a Signa.zoom in altra finestra

Polo Museale di Villa Caruso Bellosguardo

La nascita della villa di Bellosguardo si deve all'abate Alessandro Pucci che, tra il 1585 e il 1595, trasformò una preesistente casa padronale, servendosi dell'aiuto di alcuni fra i più celebri architetti e artisti dell'epoca: Giovanni Antonio Dosio, al quale fu affidato il progetto della villa, Niccolò Pericoli, detto "il Tribolo", che curò la sistemazione del giardino, i pittori Naldini e Calducci, che realizzarono il ciclo di affreschi che orna le sale dell'edificio.

La villa e il parco subirono, nel corso del tempo, numerose trasformazioni, fino a quando, agli inizi del Novecento, divennero proprietà del famoso tenore napoletano Enrico Caruso, che, ingrandendo l'ala adibita a fattoria e fornendo al giardino un assetto più scenografico, dette al complesso la sua sistemazione definitiva.

L'edificio, che un tempo presentava una facciata completamente affrescata, ospita, oggi, un museo diviso in quattro sezioni: la villa con i suoi interni, la zona del giardino e del parco, la Biblioteca Botanica Amatoriale e il Museo della Fattoria, tutti corredati da una attenta e capillare segnaletica.

Il parterre, concepito secondo i criteri del giardino all'italiana, ospita numerose essenze arboree e vasi di limoni. Forma, insieme al parco ricco di piante autoctone (pini, cerri, cipressi, lecci) e di pregiati gruppi scultorei, un interessante percorso di interesse storico-botanico che trova il suo naturale completamento nella Biblioteca Amatoriale, ospitata nella cappella gentilizia che si affaccia sul giardino. La Biblioteca comprende, infatti, opere di letteratura antica, erbari, illustrazioni botaniche antiche (dal Seicento all'Ottocento) e moderne, testi officinali e libri di narrativa di soggetto pertinente, fruibili nella sala di consultazione appositamente adibita.

Di non minore interesse, da un punto di vista tecnico, è la "Raccolta Lazzeri", collezione di oggetti legati all'attività contadina che comprende anche macchinari tuttora funzionanti per la spremitura dell'olio e l'imbottigliamento del vino. Completa questo spaccato di vita contadina una sezione dedicata agli animali domestici, che ospita, nei recinti al limitare del bosco, molte razze tipiche toscane, oggi a rischio di estinzione a causa della concorrenza fatta da specie allogene.

Villa Caruso è attualmente sede dell'omonima associazione che dal 1996 si propone di promuovere, con pubblicazioni, corsi di formazione e convegni, la ricerca in ambito artistico e culturale con particolare attenzione al campo della musica e della lirica.

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Scheda a cura di Elena Fani

Data aggiornamento 09/feb/2008