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XIV.34 Macchina elettrostatica di Wimshurst |
Ideatore: | James Wimshurst |
Costruttore: | sconosciuto |
Data: | ca. 1900 | Materiali: | mogano, alluminio (rifacimento?), ottone, nichelatura, ebanite, vetro | Dimensioni: | altezza complessiva 510 mm, base 485x245 mm, diametro dei dischi 405 mm | Inventario corrente: | 3774 |
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Macchina elettrostatica a induzione ideata da James Whimshurst verso il 1880. I due dischi, recanti stretti settori di foglio di stagno incollati lungo la circonferenza, sono posti in rotazione in senso contrario tramite un sistema di pulegge e di cinghie di trasmissione. Da entrambi i lati si trovano dei conduttori, terminanti con spazzole metalliche che sfregano contro i settori. La carica è indotta su due collettori ricurvi e accumulata in una coppia di bottiglie di Leida collegate a due elettrodi scorrevoli. Questa macchina, diffusissima e ancor oggi utile a scopi didattici, assicurava un buon funzionamento anche con tempo umido e non era soggetta a inversioni di polarità. Oltre ad essere utilizzata nei laboratori, fu adoperata per cure mediche e come sorgente di alta tensione per i primi tubi a raggi X.
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