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Luigi Pirandello - 1934
letteratura   

Luigi Pirandello - 1934
Agrigento  1867 - Roma  1936

motivazione

Per lo schietto e geniale rinnovamento che ha introdotto nell’arte scenica e drammatica.


biografia

Dopo gli studi liceali a Palermo, rientrò nel 1886 nella nativa Girgenti, affiancando il padre nella conduzione di una miniera di zolfo. Si iscrisse prima all'Università di Palermo, poi alla Facoltà di Lettere dell'Università di Roma, trasferendosi infine all'Università di Bonn, dove nel 1891 si laureò in Filologia Romanza. Stabilitosi nel 1892 a Roma, vi strinse amicizia con il conterraneo Luigi Capuana, che lo spinse verso la narrativa.

A Roma iniziò a pubblicare su giornali e riviste letterarie. Dal 1897 al 1922 insegnò all'Istituto Superiore di Magistero di Roma, costretto, dalla precaria situazione economica, a impartire lezioni private e a intensificare la collaborazione ai giornali. Queste difficoltà si attenuarono con la pubblicazione delle sue opere di maggior successo, col conseguimento della cattedra universitaria nel 1908 e con l’inizio della sua intensa attività teatrale, dal 1915-16.

Nel 1924 si iscrisse al Partito Fascista, ottenendo appoggi e finanziamenti per la Compagnia del Teatro d'Arte di Roma. Nel 1929 fu nominato membro dell'Accademia d'Italia. Nel 1934 il Nobel per la Letteratura suggellò una carriera costellata da grandi successi.


scheda di mostra

Nel 1934, quando gli fu conferito il Nobel, al quale era stato candidato da Guglielmo Marconi, Pirandello era all’apice della sua fama di drammaturgo e anche nel momento più fervido delle sue iniziative in favore del teatro di prosa, messo in crisi dalla concorrenza del cinema e, in Italia, dal sostegno governativo in favore degli spettacoli di massa. In ottobre si era svolto a Roma un convegno internazionale sul teatro drammatico sotto il patrocinio dell’Accademia d’Italia. Inaugurandolo solennemente in Campidoglio, Pirandello aveva lanciato un’allarmata invocazione: «Il teatro non può morire».

Il suo era più vivo che mai, e all’estero anche sullo schermo, prima del film muto e poi del sonoro, erano stati trasferiti romanzi e novelle – a cominciare dal primo e più suggestivo, Il fu Mattia Pascal di Marcel L’Herbier (1925) – per giungere, nel ’32, alla versione holliwoodiana di Come tu mi vuoi, il dramma della Sconosciuta alla quale Greta Garbo offrì la sua interpretazione tanto infedele quanto struggente.

Nella motivazione dell’Accademia di Svezia il tributo andava all’autore non solo delle Maschere nude e dei Sei personaggi in cerca d’autore, ma anche di sette romanzi e del grande corpus delle Novelle per un anno. Ma la fama internazionale, europea e mondiale, di Pirandello era stata decretata sul palcoscenico, dove la reazione del pubblico sanciva senza mediazioni di lettura la sua genialità innovativa. All’annuncio del Premio, prima di recarsi a Stoccolma, Pirandello ricevette festeggiamenti soprattutto a Parigi e a Londra. Presenziò alla cerimonia di premiazione in marsina e al banchetto pronunciò un discorso in francese. Ma la marsina gli andava stretta, come a un dimesso personaggio di una sua novella.


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