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Riccardo Giacconi - 2002
fisica   

Riccardo Giacconi - 2002
Genova  1931

motivazione

Per i pionieristici contributi recati all’astrofisica, che hanno condotto alla scoperta delle fonti dei raggi X cosmici.


biografia

Dopo la laurea in Fisica all’Università di Milano, collaborò con un’azienda privata di Cambridge (Mass.) impegnata in ricerche spaziali commissionate dalla NASA. Con i suoi collaboratori sviluppò i primi telescopi per raggi X ad incidenza radente e riuscì a lanciarli a bordo di razzi. In questo modo, nel 1962, scoprì Sco X-1, la prima sorgente extraterrestre nota di raggi X. Un anno dopo progettò un satellite dedicato allo studio delle sorgenti astronomiche altamente energetiche. Il satellite – il cui nome era Uhuru ("Libertà" in swahili) – fu messo in orbita nel 1970 dalla base S. Marco in Kenya. Giacconi si è interessato anche delle osservazioni solari nella banda dei raggi X del Sole, effettuate per la prima volta con un telescopio a bordo dello Skylab, e allo sviluppo di un nuovo satellite per raggi X.

Nel 1981 fu nominato direttore dello Space Telescope Institute presso la Johns Hopkins University di Baltimora. Nel 1993 l'European Southern Observatory affidò alla sua direzione la costruzione del più grande interferometro ottico: il Very Large Telescope.


scheda di mostra

Nell’ultimo secolo l’astronomia ha avuto uno sviluppo eccezionale, che può essere confrontato per intensità e importanza con quello registrato ai tempi di Galileo, quando le concezioni tradizionali dell’Universo vennero in pochi decenni radicalmente riformate. Telescopi ottici sempre più grandi e perfezionati hanno permesso di esplorare regioni dell’Universo così remote che la luce, per arrivare fino a noi, impiega oltre dieci miliardi di anni. Al tempo stesso, gli astronomi hanno sviluppato strumenti a terra e nello spazio che consentono di rilevare radiazioni diverse dalla normale luce alla quale è sensibile l’occhio umano. Sono nate così l’astronomia radio, quella infrarossa e ultravioletta, quella dei raggi X e gamma.

Il Premio Nobel a Giacconi rappresenta il riconoscimento dell’importanza delle tecnologie introdotte da lui e dai suoi collaboratori per osservare l’Universo attraverso i raggi X e delle scoperte che ne sono conseguite. Esse hanno portato a conoscere l’esistenza di astri collassati, quali le stelle di neutroni e i buchi neri, oltre che a studiare fenomeni violenti extragalattici in cui vengono liberate grandi quantità di energia. Il Nobel premia inoltre un grande scienziato che, nella sua carriera, ha contribuito in modo decisivo anche all’utilizzo del telescopio spaziale Hubble e alla costruzione del telescopio europeo Very Large Telescope (VLT), il maggiore al mondo, con un diametro di 16 metri. Il VLT è installato sulle Ande cilene.

Per tutte queste acquisizioni è incontestabile che Riccardo Giacconi ha recato un contributo decisivo al progresso dell’astronomia del ventesimo secolo.


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