motivazione
Per le scoperte riguardanti l'interazione tra i virus tumorali e il materiale genetico della cellula.
biografia
Laureato in Medicina a Torino, dopo le esperienze belliche che lo videro militare nel 1943 tra i partigiani, si trasferì nel 1947 negli Stati Uniti, a Bloomington, chiamatovi da Luria. Studiò le trasformazioni indotte dalle radiazioni nel DNA dei fagi, attirando l'attenzione di Delbrück, che nel 1949 lo invitò a Pasadena, al California Institute of Technology, dove scoprì il virus mutante della poliomielite. Dal 1958 spostò l'attenzione sui virus che inducono tumori, descrivendo il meccanismo di interazione tra i DNA della cellula ospite e del virus. Per queste scoperte fu insignito del Nobel nel 1975. Ha successivamente lavorato al Salk Institute di La Jolla in California e all'Imperial College di Londra. Dal 1986 è impegnato nel Progetto Genoma Umano.
scheda di mostra
Dulbecco ha esteso allo studio dei virus animali i metodi sperimentali e quantitativi, utilizzando le colture cellulari per analizzare a livello genetico-molecolare l’attività dei virus come agenti sia infettivi sia in grado di trasformare cellule normali in cellule tumorali. Dopo aver messo a punto nei primi anni ‘50 le tecniche di coltura e di analisi quantitativa lavorando con i virus dell’encefalite equina e della poliomielite, pochi anni più tardi passò allo studio dei virus che, infettando le cellule, ne provocano la trasformazione tumorale.
Lavorando con il virus del polioma e con le cellule di criceto, Dulbecco e la sua collaboratrice Margherite Vogt, una ricercatrice di biologia molto abile nelle colture tissutali, osservarono nel 1960 che quando il virus si riproduceva distruggeva le cellule; tuttavia, nelle cellule divenute tumorali, il virus non si riproduceva. Ciò indusse a ipotizzare che il materiale genetico del virus causasse la trasformazione tumorale in quanto si associava al DNA della cellula, interferendo con i meccanismi di controllo della crescita cellulare.
Ma in che modo si associava? Solo fisicamente o chimicamente? Per dare risposta a questo interrogativo Dulbecco si dedicò a un’intensa attività di ricerca presso il nuovo Salk Institute di La Jolla, in California, dove si recò nel 1962. Grazie a una serie di ingegnosi esperimenti, nel 1968 riuscì a dimostrare che, nelle cellule trasformate, il DNA virale è chimicamente integrato con quello della cellula.
Il Premio Nobel per la Medicina gli venne conferito nel 1975 per le sue ricerche sulla degenerazione tumorale delle cellule.
testo di catalogo...
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