In particolare fu analizzato lo strumento che reca il numero di inventario 3429. Lo studio fu condotto sia sulla parte meccanica sia su quella ottica utilizzando quattro mezzi di indagine:
- 1) fotografico;
- 2) endoscopico;
- 3) radiografico;
- 4) microfotografico.
Per Allodi «si potrebbe concludere che il N. 3429 sia un vero microscopio di Galileo, che riunisce i perfezionamenti degli altri modelli dell’epoca, anche se per la manifattura Egli si sarà servito delle prestazioni dei lavoratori del ferro, della carta, del legno, come pure di quella degli orefici, come era nelle necessità e nelle abitudine del tempo».
Tale importante strumento viene ancora oggi segnalato come “microscopio galileiano”, ma studi più recenti ritengono che la costruzione sia probabilmente da attribuirsi al celebre costruttore Giuseppe Campani (1635-1715). Fu dunque realizzato nella seconda metà del Seicento .