Alla metà del I secolo d.C., una verde cintura costituita da oltre 60 parchi circondava il caotico e sovrappopolato centro di Roma. Alcune di queste tenute, chiamate in latino horti, rimasero di proprietà imperiale per quasi 5 secoli, arricchendosi continuamente di nuove strutture architettoniche e opere d’arte.
Seguendo i modelli delle ville di piacere campane, gli horti furono immaginati come spazi verdi, nei quali sorgevano edifici residenziali e di svago dispersi e quasi confusi nel paesaggio circostante. Sacelli, portici, fontane, ambienti tricliniari per i banchetti estivi (diaetae) circondavano i palazzi, solitamente collocati su terrazze che seguivano il declivio delle colline. Nella cornice di questa artificiale Arcadia erano inserite centinaia di statue dalle dimensioni e i soggetti più diversi, fra le quali non mancavano neppure rari e preziosi originali greci.