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Foto: Itinerari Scientifici in Toscana

Galleria immagini di Leonardo da Vinci

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Codice Leicester, 16v. - Pagina con otto disegni e diciannove osservazioni («casi 18») sul corso dei fiumi e sulle tipologie di «obbietti». Leonardo vi inserisce osservazioni su come ottenere il limo durante e dopo le inondazioni; sull'incrocio di affluenti che aumenta la potenza della corrente a seconda dell'angolo acuto, che a sua volta si trasforma (Fig. 1 relativa al corso dell'Arno a Firenze presso il Ponte alle Grazie). Egli illustra quindi le forme, funzioni e opportunità di «obbietti» diversi: obliqui, circolari, squadrati, flessibili (per ridurre l'erosione e accrescere il deposito di terra), addossati all'argine (come a Firenze all'altezza dello "Spedale del Ceppo", per creare uno scudo protettivo).

Codice Leicester, 16v. - Pagina con otto disegni e diciannove osservazioni («casi 18») sul corso dei fiumi e sulle tipologie di «obbietti». Leonardo vi inserisce osservazioni su come ottenere il limo durante e dopo le inondazioni; sull'incrocio di affluenti che aumenta la potenza della corrente a seconda dell'angolo acuto, che a sua volta si trasforma (Fig. 1 relativa al corso dell'Arno a Firenze presso il Ponte alle Grazie). Egli illustra quindi le forme, funzioni e opportunità di «obbietti» diversi: obliqui, circolari, squadrati, flessibili (per ridurre l'erosione e accrescere il deposito di terra), addossati all'argine (come a Firenze all'altezza dello "Spedale del Ceppo", per creare uno scudo protettivo).

Alessandro Vezzosi

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Codice Atlantico, 909v. - Viti brunelleschiane per l'opera di Santa Liberata (Duomo di Firenze) in un progetto di sfondacarene, c. 1487.

Codice Atlantico, 910r. - Dodici località del Casentino, c. 1502. Il territorio considerato corrisponde alla carta di Windsor (RL 12277) e così pure il tracciato idrografico (come per ricalco). Invece dei nomi di fiumi vi sono scritti soltanto quelli di 12 località del Casentino: "Durbohc, Palagio, Porciano, Pratovechio, Stia, Fornace, Romena, Collina, Paglarecco, Bastinocco, Ponpana, Castel Castagnaio". Undici toponimo sono identificati nella cartografia moderna, mentre "Bastinoccio" risulta presente anche nell'antecedente del Massaio, fra Pagliericcio e Castel Castagnaio, ma non lo abbiamo ancora rintracciato sul terreno. Sembra che Leonardo abbia iniziato questa carta in sostituzione o a complemento di quella precedente, prevalentemente "fisica", col proposito di indicarvi città e castelli; il disegno è rimasto incompiuto ma le città più interessate al progetto di deviazione dell'Arno (Firenze, Prato, Pistoia, Pisa e forse Lucca) sono già indicate con un cerchietto convenzionale.

Codice Atlantico, 918r. - Studio per una carta della Toscana (e dei suoi dintorni), c. 1502. Idrografia a matita, toponimi a penna e inchiostro su carta. Codice Atlantico, f. 910r. Dintorni di Castiglion Fiorentino (Aretino): "Montanina / Mammi / Chasstiglione aretino / a / b / c / a c è braccia 1000 / Cilone / strada / Vingone / Renello / Monterchio / strada [oggi SS 71] / strada / strada / braccia 1380 / braccia 2024 / Rucano / Chiane / strada / braccia 2208 / braccia 1472 / braccia 1704 / f. Renello / f. Renello / braccia 1104 / strada / la costa alta braccia 16 / braccia 1288 / braccia 650 / Chiusa / [S]anto Antonio / Lagho", c. 1502.

Codice Atlantico, 938 v. - Lettera apografa sulla lite con i fratelli per l'eredità dello zio Francesco, c. 1508.

Codice Atlantico, 952r. - Studio per il lago di San Lorenzo in Arniano presso Vinci, c. 1504. Sono indicati i possedimenti di "Giovanni Betti, Lazzero del Volpe, comune, ser Piero [padre di Leonardo]".

Codice Atlantico, 1006 r. - La Toscana nel disegno dell'Europa, dalla Spagna alla "Rossia", c. 1493.

Codice Atlantico, 1024 v. - Amici fiorentini: "Giuliano Gondi, Tomaso Ridolfi, Tomaso Capponi, Gerardo Paganelli, Nicolò del Nero, Simon Zati, Nasi, erede di Lionardo Manelli, Guglielmo di ser Martino, Bartolomeo del Tovaglia, Andrea Arrigucci, Nicolò Capponi e Giovan Portinari", c. 1495.

Codice Atlantico, 1069 r. - Visione del Valdarno e ingegni idraulici, c. 1490.

Codice Atlantico, 1106r. - Torre di Palazzo della Signoria a Firenze e rotte del Mediterraneo da Venezia all'Asia Minore, particolare, c. 1496.

Codice Atlantico, 1107 r. - "L'Arte della Lana facci il navilio e pigliasi l'entrata, passando esso navilio da Prato, Pistoia, Serravalle", c. 1495.

Codice Atlantico, 1112v. - Il miniatore "Vante di Francesco da Castello Fiorentino e comp[agni]", c. 1478.

Codice Atlantico, 1113r. - Distanze e costo per una spedizione da Milano a Firenze e a Roma ("Tredici ducati per 500 libbre di qui a Roma: 120 miglia è da Firenze a Roma e 180 miglia di qui a Firenze"), c. 1513.

Codice Forster II, 38v. - "Fatti mandare spighe di gran grosso da Firenze", c. 1495-1497.

Codice Forster II, 101r. - "Il moto d'alcuni strumenti operati dalle donne, fatti a comodità di racco[glie]re i lor fili, i quali appresso de' fiorentini son detti arcolai e de' lombardi bicocche", c. 1495.

Codice Leicester, 6v. - «Del flusso e riflusso» è il titolo di questa pagina che tratta, in particolare, del fenomeno delle maree. Il foglio si conclude con una nota sulla diversa natura dei materiali pietrosi, sempre più ridotti nelle dimensioni, che trascinati dai monti a valle finiscono sul fondo del mare: in origine sassi, poi ghiaia e rena, infine «terra da far boccali» (cfr. ff. 6A - 31v e 18A - 19v). Scrive Leonardo: «Il fiume (Vin) [Vincio pistoiese? Cfr. Madrid II, f. 23r], che esce dai monti, pone gran quantità di sassi grossi nel suo ghiareto, i quali sassi sono ancora con parte dei suoi angoli e lati; e nel processo del corso conduce pietre minori con angoli più consumati, cioè le gran pietre fa minori; e più oltre pone ghiaia grossa, e poi minuta...».

Codice Leicester, 8v. - Pagina senza illustrazioni, con osservazioni di geologia, paleontologia e geografia fisica, preceduta da un titolo: «Del Diluvio e dei nichi marini». La presenza di conchiglie marine fossili sulle alte montagne del Nord Italia, lontano dal mare, secondo Leonardo non poteva essere attribuita al diluvio universale: i nichi vivevano nel mare ed essendo «di non più veloce moto che si sia la lumaca fori dell'acqua, e qualche cosa più tardo», non potevano aver percorso le 250 miglia dal mar Adriatico al Monferrato nei 40 giorni dell'evento biblico. Inoltre il loro peso le tratteneva sul fondo, mentre Leonardo le trovava sulle cime dei monti e nei laghi fra le montagne, come il Lago Maggiore e quello di Como (e qui egli cita anche il lago di Fiesole e quello di Perugia). Più avanti, a esempio dei fiumi che cadevano in mare con un profondo salto, egli cita l'Arno alla Golfolina, presso Montelupo; e descrive i conglomerati di ghiaia e pietre diverse, e il tufo come «congelazione della rena» a Castelfiorentino. Infine ricorda i nichi trovati «con varie cose marine», in «fango azzurreggiante», nel taglio dell'Arno presso Collegonzi (Vinci): la disposizione ordinata dei fossili dimostrava che non furono proiettati fin lì nei vortici del diluvio universale (cfr. ff. 9A - 9r, 9B - 9v, 10A - 10r, 10B - 10v).

Codice Leicester, 9v. - Pagina con due disegni, peraltro dedicata, come chiarisce già la premessa, a confutare le teorie sui fossili marini che il diluvio universale avrebbe trasportato lontano dal mare. Fra i ricordi personali, Leonardo menziona un «gran sacco» di nichi e coralli raccolti sulle montagne di Parma e Piacenza da alcuni contadini che le portarono nella sua «fabbrica» mentre lavorava al «gran Cavallo» per gli Sforza. E poi i legnami trovati a Castelfiorentino («a mio tempo», ovvero in gioventù). In margine al foglio aggiunge due esperienze da lui compiute in una «buca» con lastre di vetro ai lati: quella dell'onda inferiore e del vento [fig. 1]; e quella dell'onda superficiale. Interessante il promemoria per realizzare una doccia di terracotta: «Falla fare qui al boccalaio».

Codice Leicester, 13r. - Pagina con nove figure e diciotto proposizioni («casi 16» pertinenti alle correnti dei fiumi, alla navigazione, alle maree, con un promemoria aggiunto in alto relativo a due libri, il "De navi" di Leon Battista Alberti e il "De acqujdotti" (ovvero "De aquis urbis Romae") di Sesto Giulio Frontino. Un sistema per facilitare la deviazione dei fiumi è ispirato a un metodo attuato nelle Fiandre, riferito a Leonardo da Niccolò di Forzore Spinelli (orafo). Le osservazioni in Arno, descritte nelle figure, si riferiscono al tratto fiorentino individuato dal Ponte Rubaconte (attuale Ponte alle Grazie), dai Palazzi Bisticci e Canigiani, dalla pescaia "della Giustizia" e dall'isola dei Cocomeri "in mezzo d'Arno" .

Codice Leicester, 15r. - Pagina con ventisette studi («casi 26») e cinque disegni a margine sulle confluenze di corsi d'acqua minori nel fiume Arno, con tre diagrammi sul livello di equilibrio e una nota aggiunta (con tre figure) su esperimenti con il vapore. La prima figura, mostra come il Rifredi si immette nell'Arno, che ha la linea della corrente vicino alla riva opposta. La seconda figura rappresenta la confluenza del Mugnone (vedi l'«anatomia» di questo tratto fluviale nei fogli 148v e 149r del Codice Arundel, e in RL 12677, 12678, databili al 1503). La terza invece pone a confronto le posizioni di tre diversi affluenti, di cui uno, l'Ombrone (nella Golfolina), si immette ad angolo acuto, sfavorevole, e quindi si vede fare il «retroso massimo» nella sua foce. Simili dimostrazioni si trovano nel folio 18B - 18v, in particolare per il torrente Mensola.

Codice Leicester, 16v. - Pagina con otto disegni e diciannove osservazioni («casi 18») sul corso dei fiumi e sulle tipologie di «obbietti». Leonardo vi inserisce osservazioni su come ottenere il limo durante e dopo le inondazioni; sull'incrocio di affluenti che aumenta la potenza della corrente a seconda dell'angolo acuto, che a sua volta si trasforma (Fig. 1 relativa al corso dell'Arno a Firenze presso il Ponte alle Grazie). Egli illustra quindi le forme, funzioni e opportunità di «obbietti» diversi: obliqui, circolari, squadrati, flessibili (per ridurre l'erosione e accrescere il deposito di terra), addossati all'argine (come a Firenze all'altezza dello "Spedale del Ceppo", per creare uno scudo protettivo).

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Data aggiornamento 14/mar/2008

© 2008 IMSS
Piazza dei Giudici 1
50122 Firenze
ITALIA

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Codice Atlantico, 909v. - Viti brunelleschiane per l'opera di Santa Liberata (Duomo di Firenze) in un progetto di sfondacarene, c. 1487.

Codice Atlantico, 910r. - Dodici località del Casentino, c. 1502. Il territorio considerato corrisponde alla carta di Windsor (RL 12277) e così pure il tracciato idrografico (come per ricalco). Invece dei nomi di fiumi vi sono scritti soltanto quelli di 12 località del Casentino: "Durbohc, Palagio, Porciano, Pratovechio, Stia, Fornace, Romena, Collina, Paglarecco, Bastinocco, Ponpana, Castel Castagnaio". Undici toponimo sono identificati nella cartografia moderna, mentre "Bastinoccio" risulta presente anche nell'antecedente del Massaio, fra Pagliericcio e Castel Castagnaio, ma non lo abbiamo ancora rintracciato sul terreno. Sembra che Leonardo abbia iniziato questa carta in sostituzione o a complemento di quella precedente, prevalentemente "fisica", col proposito di indicarvi città e castelli; il disegno è rimasto incompiuto ma le città più interessate al progetto di deviazione dell'Arno (Firenze, Prato, Pistoia, Pisa e forse Lucca) sono già indicate con un cerchietto convenzionale.

Codice Atlantico, 918r. - Studio per una carta della Toscana (e dei suoi dintorni), c. 1502. Idrografia a matita, toponimi a penna e inchiostro su carta. Codice Atlantico, f. 910r. Dintorni di Castiglion Fiorentino (Aretino): "Montanina / Mammi / Chasstiglione aretino / a / b / c / a c è braccia 1000 / Cilone / strada / Vingone / Renello / Monterchio / strada [oggi SS 71] / strada / strada / braccia 1380 / braccia 2024 / Rucano / Chiane / strada / braccia 2208 / braccia 1472 / braccia 1704 / f. Renello / f. Renello / braccia 1104 / strada / la costa alta braccia 16 / braccia 1288 / braccia 650 / Chiusa / [S]anto Antonio / Lagho", c. 1502.

Codice Atlantico, 938 v. - Lettera apografa sulla lite con i fratelli per l'eredità dello zio Francesco, c. 1508.

Codice Atlantico, 952r. - Studio per il lago di San Lorenzo in Arniano presso Vinci, c. 1504. Sono indicati i possedimenti di "Giovanni Betti, Lazzero del Volpe, comune, ser Piero [padre di Leonardo]".

Codice Atlantico, 1006 r. - La Toscana nel disegno dell'Europa, dalla Spagna alla "Rossia", c. 1493.

Codice Atlantico, 1024 v. - Amici fiorentini: "Giuliano Gondi, Tomaso Ridolfi, Tomaso Capponi, Gerardo Paganelli, Nicolò del Nero, Simon Zati, Nasi, erede di Lionardo Manelli, Guglielmo di ser Martino, Bartolomeo del Tovaglia, Andrea Arrigucci, Nicolò Capponi e Giovan Portinari", c. 1495.

Codice Atlantico, 1069 r. - Visione del Valdarno e ingegni idraulici, c. 1490.

Codice Atlantico, 1106r. - Torre di Palazzo della Signoria a Firenze e rotte del Mediterraneo da Venezia all'Asia Minore, particolare, c. 1496.

Codice Atlantico, 1107 r. - "L'Arte della Lana facci il navilio e pigliasi l'entrata, passando esso navilio da Prato, Pistoia, Serravalle", c. 1495.

Codice Atlantico, 1112v. - Il miniatore "Vante di Francesco da Castello Fiorentino e comp[agni]", c. 1478.

Codice Atlantico, 1113r. - Distanze e costo per una spedizione da Milano a Firenze e a Roma ("Tredici ducati per 500 libbre di qui a Roma: 120 miglia è da Firenze a Roma e 180 miglia di qui a Firenze"), c. 1513.

Codice Forster II, 38v. - "Fatti mandare spighe di gran grosso da Firenze", c. 1495-1497.

Codice Forster II, 101r. - "Il moto d'alcuni strumenti operati dalle donne, fatti a comodità di racco[glie]re i lor fili, i quali appresso de' fiorentini son detti arcolai e de' lombardi bicocche", c. 1495.

Codice Leicester, 6v. - «Del flusso e riflusso» è il titolo di questa pagina che tratta, in particolare, del fenomeno delle maree. Il foglio si conclude con una nota sulla diversa natura dei materiali pietrosi, sempre più ridotti nelle dimensioni, che trascinati dai monti a valle finiscono sul fondo del mare: in origine sassi, poi ghiaia e rena, infine «terra da far boccali» (cfr. ff. 6A - 31v e 18A - 19v). Scrive Leonardo: «Il fiume (Vin) [Vincio pistoiese? Cfr. Madrid II, f. 23r], che esce dai monti, pone gran quantità di sassi grossi nel suo ghiareto, i quali sassi sono ancora con parte dei suoi angoli e lati; e nel processo del corso conduce pietre minori con angoli più consumati, cioè le gran pietre fa minori; e più oltre pone ghiaia grossa, e poi minuta...».

Codice Leicester, 8v. - Pagina senza illustrazioni, con osservazioni di geologia, paleontologia e geografia fisica, preceduta da un titolo: «Del Diluvio e dei nichi marini». La presenza di conchiglie marine fossili sulle alte montagne del Nord Italia, lontano dal mare, secondo Leonardo non poteva essere attribuita al diluvio universale: i nichi vivevano nel mare ed essendo «di non più veloce moto che si sia la lumaca fori dell'acqua, e qualche cosa più tardo», non potevano aver percorso le 250 miglia dal mar Adriatico al Monferrato nei 40 giorni dell'evento biblico. Inoltre il loro peso le tratteneva sul fondo, mentre Leonardo le trovava sulle cime dei monti e nei laghi fra le montagne, come il Lago Maggiore e quello di Como (e qui egli cita anche il lago di Fiesole e quello di Perugia). Più avanti, a esempio dei fiumi che cadevano in mare con un profondo salto, egli cita l'Arno alla Golfolina, presso Montelupo; e descrive i conglomerati di ghiaia e pietre diverse, e il tufo come «congelazione della rena» a Castelfiorentino. Infine ricorda i nichi trovati «con varie cose marine», in «fango azzurreggiante», nel taglio dell'Arno presso Collegonzi (Vinci): la disposizione ordinata dei fossili dimostrava che non furono proiettati fin lì nei vortici del diluvio universale (cfr. ff. 9A - 9r, 9B - 9v, 10A - 10r, 10B - 10v).

Codice Leicester, 9v. - Pagina con due disegni, peraltro dedicata, come chiarisce già la premessa, a confutare le teorie sui fossili marini che il diluvio universale avrebbe trasportato lontano dal mare. Fra i ricordi personali, Leonardo menziona un «gran sacco» di nichi e coralli raccolti sulle montagne di Parma e Piacenza da alcuni contadini che le portarono nella sua «fabbrica» mentre lavorava al «gran Cavallo» per gli Sforza. E poi i legnami trovati a Castelfiorentino («a mio tempo», ovvero in gioventù). In margine al foglio aggiunge due esperienze da lui compiute in una «buca» con lastre di vetro ai lati: quella dell'onda inferiore e del vento [fig. 1]; e quella dell'onda superficiale. Interessante il promemoria per realizzare una doccia di terracotta: «Falla fare qui al boccalaio».

Codice Leicester, 13r. - Pagina con nove figure e diciotto proposizioni («casi 16» pertinenti alle correnti dei fiumi, alla navigazione, alle maree, con un promemoria aggiunto in alto relativo a due libri, il "De navi" di Leon Battista Alberti e il "De acqujdotti" (ovvero "De aquis urbis Romae") di Sesto Giulio Frontino. Un sistema per facilitare la deviazione dei fiumi è ispirato a un metodo attuato nelle Fiandre, riferito a Leonardo da Niccolò di Forzore Spinelli (orafo). Le osservazioni in Arno, descritte nelle figure, si riferiscono al tratto fiorentino individuato dal Ponte Rubaconte (attuale Ponte alle Grazie), dai Palazzi Bisticci e Canigiani, dalla pescaia "della Giustizia" e dall'isola dei Cocomeri "in mezzo d'Arno" .

Codice Leicester, 15r. - Pagina con ventisette studi («casi 26») e cinque disegni a margine sulle confluenze di corsi d'acqua minori nel fiume Arno, con tre diagrammi sul livello di equilibrio e una nota aggiunta (con tre figure) su esperimenti con il vapore. La prima figura, mostra come il Rifredi si immette nell'Arno, che ha la linea della corrente vicino alla riva opposta. La seconda figura rappresenta la confluenza del Mugnone (vedi l'«anatomia» di questo tratto fluviale nei fogli 148v e 149r del Codice Arundel, e in RL 12677, 12678, databili al 1503). La terza invece pone a confronto le posizioni di tre diversi affluenti, di cui uno, l'Ombrone (nella Golfolina), si immette ad angolo acuto, sfavorevole, e quindi si vede fare il «retroso massimo» nella sua foce. Simili dimostrazioni si trovano nel folio 18B - 18v, in particolare per il torrente Mensola.

Codice Leicester, 16v. - Pagina con otto disegni e diciannove osservazioni («casi 18») sul corso dei fiumi e sulle tipologie di «obbietti». Leonardo vi inserisce osservazioni su come ottenere il limo durante e dopo le inondazioni; sull'incrocio di affluenti che aumenta la potenza della corrente a seconda dell'angolo acuto, che a sua volta si trasforma (Fig. 1 relativa al corso dell'Arno a Firenze presso il Ponte alle Grazie). Egli illustra quindi le forme, funzioni e opportunità di «obbietti» diversi: obliqui, circolari, squadrati, flessibili (per ridurre l'erosione e accrescere il deposito di terra), addossati all'argine (come a Firenze all'altezza dello "Spedale del Ceppo", per creare uno scudo protettivo).