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Chianti

Chianti

Percorrere le strade del Chianti significa andare alla scoperta di uno dei distretti vinicoli più celebri del mondo. Terra di castelli e antiche abbazie, il Chianti, infatti, conosce un’antica tradizione agricola, sviluppatasi da una civiltà del vino che affonda le sue radici sin nell’antichità. All’ombra di ville aristocratiche e manieri, che costituiscono altrettanti importanti esempi di architettura militare, nacquero preziosi giardini ricchi di piante esotiche e rare.

Una visita nel Chianti non può che iniziare da una fattoria di antica tradizione come quella di Montevertine, nei pressi di Radda in Chianti. È qui ospitato un piccolo museo che illustrerà la produzione agricola del territorio.

Piccolo Museo del Chianti
Piccolo Museo del Chianti
    • Questo piccolo Museo è nato nel 1979 per iniziativa di Sergio Manetti, proprietario dell'azienda agricola di Monte Vertine ed ex industriale siderurgico. Vi sono raccolti oggetti della vita domestica e della produzione agricola ed artigiana del mondo rurale chiantigiano, riuniti secondo la loro destinazione funzionale. Fra gli oggetti esposti attirerà certamente l'attenzione dei visitatori il tronco di una vite vissuta oltre 400 anni fa. La raccolta, di carattere collezionistico, si propone di dare un'idea della vita contadina prima dell'esodo dalle campagne.

      (Antonella Gozzoli)
Tipologia:
Musei etnografici, antropologici e del territorio
Indirizzo:
Radda in Chianti, loc. Montevertine, Fattoria di Montevertine
Interesse storico-scientifico:interesse 3

Percorrendo la SS429/SR429 verso Cavriglia si giunge all'antica Badia di Coltibuono che dall’XI secolo fu un centro propulsore della rinascita agricola del territorio.

Ex Badia a Coltibuono
Ex Badia a Coltibuono
    • Fondata nel 1051, fu posta sotto la protezione di Lorenzo de' Medici nel secolo XV e rimase proprietà dei monaci benedettini vallombrosani sino al 1810, quando fu trasformata in villa-fattoria, pur conservando l'originaria funzione di presidio agricolo.

      Il giardino ripropone lo schema dell'antico hortus conclusus: le aiuole disposte geometricamente presentano siepi di bosso e piante aromatiche e officinali. Al centro del giardino si trova una vasca in pietra serena di forma rettangolare. I grandi boschi di abeti bianchi, che circondano la badia, sono frutto dell'opera di rimboschimento dei monaci, proseguita anche nel secolo XIX. Accanto alla Badia è possibile ammirare un cedro del Libano dalle dimensioni imponenti (20 metri di altezza e circa 7 metri di diametro della circonferenza del tronco), che rientra nell'elenco delle piante monumentali della Regione Toscana. Nella zona circostante si trovano molte altre piante monumentali di notevole valore botanico.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Ville e giardini storici
Indirizzo:
Gaiole in Chianti, loc. Coltibuono
Interesse storico-scientifico:interesse 3

Imboccata la SP408 in direzione Gaiole in Chianti e superato il paese si trova il Castello di Meleto, assai ben conservato nella sua veste originale. Per lungo tempo fortezza di confine del territorio fiorentino il maniero costituisce uno splendido esempio dell’architettura militare quattrocentesca.

Castello di Meleto
Castello di Meleto
    • Nonostante i rimaneggiamenti subiti nel corso del secolo XVIII in occasione della sua trasformazione in villa, il Castello di Meleto tradisce ancora la sua vocazione militare nell'impianto a forma di quadrilatero irregolare con la torre del cassero al centro. Originariamente (secolo XI) in possesso dei monaci vallombrosani della vicina Badia di Coltibuono, il castello fu a lungo conteso tra le province di Siena e Firenze per la sua posizione di controllo sulla strada di collegamento tra il Valdarno Superiore e il Chianti. Rimase a lungo baluardo dei Fiorentini che, nel 1480, ne rafforzarono le strutture difensive. In particolare, i due possenti torrioni cilindrici aggiunti all'epoca presentano le caratteristiche tipiche delle costruzioni militari del periodo: un'alta scarpata, un tratto verticale delimitato da due redondoni (cordoni in pietra sporgenti), l'apparato difensivo a sporgere su beccatelli triangolari in pietra e archetti in mattoni e l'inserimento di feritoie e troniere, oggi in parte scomparse. Mai distrutto ma parzialmente smantellato per trasformarlo in villa nella prima metà del Settecento, conserva ancora gli arredi dell'epoca tra cui si segnala il teatrino del 1742 dotato di sette scenografie originali. Di proprietà della famiglia Ricasoli fino al 1968 è, oggi, sede di una pregiata azienda vinicola.

      (Elena Fani)
Tipologia:
Apparati difensivi
Indirizzo:
Gaiole in Chianti, loc. Meleto
Interesse storico-scientifico:interesse 3

A poca distanza, seguendo la SP408 e deviando sulla SS484 verso Castelnuovo Berardenga, merita una sosta anche lo scenografico Castello di Brolio che, nonostante i rimaneggiamenti neogotici, nasconde un nucleo medievale.

Castello di Brolio
Castello di Brolio
    • Di proprietà della famiglia Ricasoli, il castello di Brolio, di origine altomedievale, deriva il suo nome dal termine longobardo brolo (spazio verde chiuso). Nella seconda metà del XV secolo il castello fu trasformato su progetto di Giuliano da Sangallo in una possente costruzione a pianta poligonale irregolare con cinque bastioni e torre di vedetta. Persa la funzione militare, fu poi trasformato in residenza signorile. Nel 1835, per volere del barone Bettino Ricasoli, nel complesso fortificato fu realizzato un palazzo progettato dall'architetto Pietro Marchetti.

      La sistemazione delle aree a verde, dovuta al botanico Simone Ricasoli, è costituita da due zone risalenti a periodi diversi. Il giardino all'italiana del secolo XVI è caratterizzato da vialetti e siepi di bosso, mentre il parco romantico del secolo XIX, disposto intorno al castello, presenta varie essenze botaniche provenienti da diverse parti del mondo e fatte piantare dallo stesso Ricasoli. Particolarmente interessanti sono alcuni esemplari monumentali di abete che oggi hanno un'altezza di 30-40 metri.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Ville e giardini storici
Indirizzo:
Gaiole in Chianti, Brolio
Interesse storico-scientifico:interesse 3

La non lontana Villa Chigi Saracini, a Castelnuovo Berardenga, può costituire il termine del percorso. Il suo vasto parco è uno splendido esempio di giardino romantico nel quale sculture, padiglioni e fontane si inseriscono in una quinta naturale sapientemente pianificata.

Giardino di Villa Chigi Saracini
Giardino di Villa Chigi Saracini
    • La costruzione della villa e del parco, voluti dal conte Galgano Saracini, si colloca in un arco temporale compreso tra il 1820 circa e il 1840 ed è attribuito in parte all'architetto Agostino Fantastici.

      Attraversato da numerosi vialetti, il parco presenta una grande varietà di essenze arboree e alberi di alto fusto come i cedri d'Atlante e i lecci ed è collegato, mediante un tepidario dorico di ispirazione neoclassica, al giardino "all'italiana" situato davanti alla villa. Oltre all'impianto originario del parco e del giardino, si devono al Fantastici anche il già citato tepidario, il laghetto, la grotta di spugne e il ponte carrabile a tre arcate (che collega la villa alla collina di San Quirico); la fontana, invece, realizzata da Tito Sarrocchi, è del 1866.

      L'aspetto attuale del parco si deve al conte Guido Chigi Saracini, fondatore a Siena dell'Accademia Musicale Chigiana, ancora oggi attiva, che qui ospitò moltissimi artisti di fama internazionale organizzando manifestazioni musicali ed altre iniziative culturali. Egli commissionò anche allo scultore senese Vico Consorti (1902-1979) una serie di statue dedicate ai grandi musicisti da collocare nel parco, nell'intento di farne una sorta di "galleria ideale" della musica.

      (Antonella Gozzoli)
Tipologia:
Ville e giardini storici
Indirizzo:
Castelnuovo Berardenga, Via delle Crete Senesi
Interesse storico-scientifico:interesse 3

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Scheda a cura di Elena Fani

Data aggiornamento 09/gen/2008