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Media Valle del Serchio

Media Valle del Serchio

Storicamente e morfologicamente legata alla vicina Garfagnana, la Media Valle si sviluppa lungo il corso del fiume Serchio. E' stata proprio la presenza di questo bacino idrografico, oltre alla nascita di importanti vie di comunicazioni verso la Padania, a favorire lo sviluppo, fin da epoca medievale, dei numerosi centri storici e manifatturieri della zona, in particolare quelli legati al settore cartario.

Tra le località di maggior interesse storico-scientifico presenti nella regione si deve annoverare la stazione termale di Bagni di Lucca, raggiungibile dal capoluogo di provincia tramite la SS12 dell'Abetone e del Brennero. Prima di giungere al paese, si consiglia una breve sosta nei pressi di Borgo a Mozzano, a poco più di 20 chilometri da Lucca, per ammirare, lo scenografico Ponte della Maddalena.

Ponte della Maddalena
Ponte della Maddalena
    • Il Ponte della Maddalena deve il nome ad una edicola del secolo XVI, oggi non più esistente, sulla sponda sinistra del fiume Serchio nei pressi di Borgo a Mozzano. Detto anche Ponte del Diavolo per un'antica leggenda, fu realizzato probabilmente per volontà della Contessa Matilde di Canossa. Con la sua particolare struttura "a schiena d'asino" e le arcate asimmetriche, rappresenta un esempio pregevole di ingegneria medievale. Fu poi restaurato da Castruccio Castracani, condottiero e Signore di Lucca all'inizio del Trecento. Nel 1670, per preservarne integra la struttura, il Consiglio Generale della Repubblica di Lucca ne impedì l'attraversamento alle macine di mulino. Nel 1836 una piena arrecò gravi danni alla struttura, ma la maggiore alterazione dell'opera fu realizzata nei primi anni del secolo XX quando fu aperto un nuovo arco per consentire il passaggio della linea ferroviaria. La "schiena d'asino" dello spettacolare ponte è oggi percorribile a piedi.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Opere idrauliche
Indirizzo:
Borgo a Mozzano, loc. Ponte della Maddalena
Interesse storico-scientifico:interesse 2

Lungo la stessa direttrice, in località Fornoli, è possibile vedere anche il Ponte delle Catene, fedele ricostruzione del ponte ottocentesco di Lorenzo Nottolini, opera di alto valore ingegneristico.

Ponte delle Catene
Ponte delle Catene
    • Iniziato nel 1840 da Lorenzo Nottolini su commissione del Duca di Lucca Carlo Lodovico di Borbone, il ponte sospeso sul torrente Lima, a catene di ferro, collega Fornoli (Bagni di Lucca) con Chifenti (Borgo a Mozzano).

      Il ponte presentava, per il tempo, soluzioni tecnologiche innovative che l'autore aveva acquisito durante un recente viaggio compiuto in Inghilterra, dove già esistevano modelli illustri come l'Hammersmith Bridge di Londra e il Menai Bridge di Bangor, nel Galles. Del resto, l'impiego del ferro nella realizzazione di ponti sospesi era visibile anche a Firenze, con due rilevanti esempi realizzati dalla Società francese dei fratelli Marc e Jules Séguin: i ponti di San Leopoldo alle Cascine e di San Ferdinando presso la porta di San Niccolò. L'opera del Nottolini fu poi interrotta a causa di problemi burocratici legati al passaggio del Ducato di Lucca al Granducato di Toscana (1847).

      Solo dopo l'Unità d'Italia i lavori furono ripresi ed ultimati ed il ponte fu inaugurato nel 1860. Minato dai Tedeschi in ritirata durante la Seconda Guerra Mondiale (furono fatte saltare le strutture di sostegno), il ponte fu poi ricostruito secondo il disegno originario grazie all'interessamento dell'ingegnere Luigi Pfanner e inaugurato nel 1953. Recentemente il ponte, inserito nell'elenco dei cento siti mondiali da salvare dal World Monuments Watch, è stato sottoposto ad un intervento di restauro.

      Altri ponti, nonostante non presentino l'innovativa concezione del Ponte delle Catene, furono progettati da Nottolini nel territorio lucchese. Si segnalano il ponte di Monte San Quirico, presso Lucca, sul fiume Serchio, il ponte sul torrente Fegana, in pietra con volta ribassata, e il ponte sul torrente Camaione (1839-1841, 1946), con arco a tutto sesto, presso Bagni di Lucca.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Opere idrauliche
Indirizzo:
Bagni di Lucca, loc. Fornoli
Interesse storico-scientifico:interesse 1

Riprendendo la SS12 si raggiunge, dopo pochi chilometri, Bagni di Lucca, i cui stabilimenti, celebrati fin dal Medioevo per le proprietà terapeutiche delle loro acque, furono frequentati da illustri personaggi storici.

Terme di Bagni di Lucca
Terme di Bagni di Lucca
    • Bagni di Lucca è una stazione termale di origini antichissime, conosciuta nel Medioevo con il nome di Bagni di Corsena. Un sonetto di Franco Sacchetti a Michele Guinigi mette in evidenza la buona considerazione in cui erano tenute queste terme:

      «Michele mio caro, s'io ragguardo bene

      Il loco, e la virtù di questo fonte,

      l' credo, che giammai sotto Fetonte

      Non fosse bagno di sì dolci vene.

      L'aere fino questo loco tene,

      Fiumi corsivi a piè di ciascun monte,

      Vostri costumi, e vostre donne conte,

      Con belli e dolci canti di sirene;

      Vin, carne, pesci, ed ogni frutto sano

      E ciascun'altra cosa che conforta,

      Che pare il paradiso deliciano.

      Qui si purga ogni morbo, o e' s'ammorta;

      Ed oltre a questo quel ch'è più sovrano,

      Aver vostra virtù con amor scorta.»

      Su un piano meno poetico, ma più scientifico, si espressero sia Gentile Gentili da Foligno, che per primo descrisse, nella prima metà del secolo XIV, l'efficacia terapeutica di queste fonti, sia Ugolino da Montecatini. Quest’ultimo, nel suo famoso Tractatus de Balneis (Città di Castello, 1417), scriveva che l'acqua del bagno «è famosissima e priva di qualsiasi odore e sapore... Queste terme sono efficacissime per i dolori delle articolazioni e per le malattie nervose, sopratutto se causate dal freddo. Sono adatte per i dolori nervosi e per le malattie delle articolazioni avvenute spontaneamente, in seguito a lussazioni e quale residuo di precedenti torture. Prosciugano le ulceri e curano quelle che sono difficili da cicatrizzare. È di giovamento per le donne sterili e le fa concepire quando la sterilità è dovuta all'umidità dell'utero, perché la prosciuga per finire, serve a tutte quelle malattie in cui è necessario un prosciugamento».

      La stazione termale, che attirava importanti personalità, fu celebrata anche dal filosofo Michel de Montaigne, che vi soggiornò oltre due mesi nel 1581 per curarsi da una calcolosi renale. Le acque dei Bagni furono descritte da eminenti medici come Gabriele Falloppia e Andrea Bacci nel Cinquecento, Lodovico Martini e Fabrizio Ardizzone nel Seicento, Giuseppe Duccini, Giuseppe Zambeccari e Domenico Moscheni nel Settecento. Duccini, per esempio, ne metteva in evidenza la virtù di favorire l'espulsione dei calcoli: «L'acqua della Villa è meravigliosa, particolarmente per l'espulsione de' Calcoli, e delle Renelle, per nettare l'ulcere, e le piaghe interne, ed esterne. [...] Stando il paziente in Bagno, e dimorandovi almeno un'ora con tutta la dovuta quiete, si vien necessariamente a umettare a poco a poco la cute, ed aprirsi insensibilmente mediante il calor del medesimo Bagno i meati, e i pori di essa; per i quali insinuandosi entro di noi quest'acqua calda, non solo rilascia le viscere, ma dilata anche le strade, e i condotti delle reni, dentro a' quali era il calcolo racchiuso, e in questa guisa dolcemente ne promuove l'espulsione». Poco oltre la metà dell’Ottocento, l’analisi chimica e le proprietà terapeutiche delle diverse sorgenti furono compendiate dall’allora medico-direttore delle terme Alessandro Carina.

      Sotto il governo di Elisa Bonaparte Baciocchi, Bagni di Lucca ebbe un periodo di grande prosperità, divenendo uno dei centri termali più famosi in Italia e all'estero, in concorrenza con i vicini Bagni di San Giuliano e di Montecatini. In seguito, la cittadina ricevette un ulteriore sviluppo sia come centro curativo, sia come luogo di villeggiatura, divenendo meta privilegiata nel colto e raffinato gran tour ottocentesco.

      Le acque sgorgano da cinquantatre sorgenti con una temperatura compresa fra 39 e 54 gradi centigradi. Sette sono gli stabilimenti termali storici di Bagni di Lucca: in località Bagni Caldi si trovano lo stabilimento “Jean Varraud”, l’unico al momento ancora in funzione, e il Bagno San Giovanni; a Ponte a Serraglio sono ubicati il Bagno Cardinali, oggi privata abitazione, il Bagno Bernabò, le Docce Basse, detto anche Bagno Rosso, e l’ex Ospedale Demidoff; infine, sopra il Capoluogo, si trova il Bagno alla Villa, attivo fino agli anni Cinquanta del Novecento.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Terme
Indirizzo:
Bagni di Lucca, Piazza San Martino 11
Interesse storico-scientifico:interesse 2

Lungo il torrente Lima, nei pressi della stazione termale, si possono ancora ammirare gli edifici dell'ex-cartiera Bianchi, una delle tante industrie impiantatesi in territorio lucchese alla fine del XIX secolo.

Ex Cartiera Bianchi
Ex Cartiera Bianchi
    • Costruita nel 1876 lungo il torrente Lima e denominata Vittoria, ebbe la menzione onorevole all'Esposizione di Milano del 1881 per la qualità dei suoi prodotti. Nel 1913 la cartiera, che produceva 1.000 kg di carta paglia al giorno, fu dotata di una turbina a vapore, di macchinari detti "continui" e di due macchine "olandesi". La paglia veniva macerata in cisterne con il latte di calce; la poltiglia così ottenuta veniva macinata in vasche di pietra e, quindi, passata nella macchina continua.

      Il complesso è costituito da tre corpi di fabbrica, di differenti dimensioni, caratterizzati dalle tipiche aperture ad arco necessarie per la ventilazione dei locali in cui venivano asciugati i fogli di carta. Nell'edificio principale, dove erano posti i macchinari, si trovano ancora oggi le cisterne e le quattro vasche. La facciata lungo la strada presenta, per ragioni di rappresentatività, un apparato decorativo caratterizzato da medaglioni monocromi con bassorilievi posti tra le arcate delle finestre.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Manifatture e industrie
Indirizzo:
Bagni di Lucca, Viale Roma 69
Interesse storico-scientifico:interesse 2

Ma la testimonianza più eloquente dello sviluppo del settore cartario della lucchesia durante il corso dell'Ottocento è costituita dalla spettacolare sequenza di impianti ancora visibili lungo la SP55 che da Bagni di Lucca risale fino a Villa Basilica.

Cartiere di Villa Basilica
Cartiere di Villa Basilica
    • A Villa Basilica l'attività cartaria vanta un'antica origine: nel 1344 il Libro delle Gabelle segnala alcuni trasporti di carta verso Pescia. Fra il Cinquecento e il Seicento, e ancor più nel XVIII secolo, il numero dei "mulini da carta" impiantati nella zona di Villa lungo il torrente del Pescia Minore andò lentamente, ma progressivamente, aumentando, grazie anche all'intraprendente editoria lucchese. Fra il 1830 e il 1840 fu inventato dal villese Stefano Franchi un metodo per ottenere carta dalla paglia. Gli opifici della zona iniziarono a produrre carta per incartare, abbandonando la precedente fabbricazione di carta per scrivere e per stampare, facendo di Villa Basilica un importante centro di produzione di cartapaglia. Ancora alla metà del Novecento, il Comune di Villa ed il limitrofo Comune di Pescia avevano le più alte concentrazioni di cartiere d'Italia. Oggi il loro numero è diminuito, sebbene la produzione sia ancora di ottima qualità.

      Risalendo la strada che da Collodi conduce a Villa Basilica, è possibile ammirare in sequenza, in una sorta di scenografico museo manifatturiero all'aperto, molte cartiere, la cui tipica struttura è facilmente riconoscibile dalle aperture ad arco sulla sommità dell'opificio, dove veniva essiccata la carta.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Manifatture e industrie
Indirizzo:
Villa Basilica, Via delle Cartiere
Interesse storico-scientifico:interesse 2

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Scheda a cura di Elena Fani

Data aggiornamento 23/gen/2008