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Arezzo

Arezzo

La favorevole collocazione geografica alle pendici di monti ricchi di boschi e ai margini di una piana solcata da innumerevoli fiumi, garantì, sin dall’antichità, l’accesso a materie prime essenziali per la produzione ceramica. Si spiega così la nascita, proprio nell’Arezzo della metà del I secolo a.C., del tipo di ceramica più ampiamente diffusa e utilizzata nel mondo romano: la sigillata. Anche nei secoli successivi Arezzo conservò un ruolo di primo piano nella Toscana interna, divenendo sede di prestigiose istituzioni e dando i natali a importanti personaggi della storia scientifica italiana.

[ A causa delle limitazioni di traffico in vigore nel centro storico si consiglia di percorrere a piedi le tappe dell'itinerario proposto ]

 

Luogo ideale per iniziare il percorso è il cinquecentesco palazzo che ospita il Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna. La collezione di maioliche e di ceramiche, fra le maggiori a livello nazionale, è affiancata da una interessantissima raccolta di vetri toscani prodotti fra XVI e XVIII secolo.

Museo Statale d'Arte Medievale e Moderna
Museo Statale d'Arte Medievale e Moderna
    • Situato nel Cinquecentesco Palazzo Bruni Ciocchi, il Museo Statale di Arte Medievale e Moderna è una delle più importanti istituzioni culturali aretine. Costituito da due principali raccolte d'arte, provenienti dalla Pinacoteca Comunale e dal Museo della Fraternita dei Laici, conserva, accanto all'importante raccolta di dipinti dei secoli XIX e XX e alle numerose terrecotte di Andrea della Robbia e dei suoi discepoli, una importante collezione di maioliche italiane e una di vetri, oltre a singolari raccolte di gemme e coralli. La collezione di maioliche, tra le più importanti a livello nazionale, comprende numerosi vasi da farmacia appartenuti al Monastero di Camaldoli. Diversi esemplari della collezione di vetri (bicchieri, calici e vasi), realizzati nelle vetrerie toscane del XVI e XVIII secolo, provengono invece da farmacie antiche.

      (Anna Toscano)
Tipologia:
Musei artistici con reperti scientifici
Indirizzo:
Arezzo, Via San Lorentino 8
Interesse storico-scientifico:interesse 2

Proseguendo lungo via Ricasoli si costeggia l’imponente mole gotica del Duomo di Arezzo al cui interno merita una sosta il monumento sepolcrale del celebre scienziato aretino Francesco Redi.

Duomo di Arezzo
Duomo di Arezzo
    • Il Duomo di Arezzo (San Pietro Maggiore) fu iniziato verso il 1278, ma la costruzione si svolse in epoche diverse, protraendosi fino ai primi anni del secolo XVI. La facciata, rimasta incompiuta nel Quattrocento, fu ricostruita nel secolo XX, in stile neogotico, su disegno di Dante Viviani. Sulla parete meridionale sono murate tre misure di riferimento in pietra risalenti al secolo XIII. L'interno, la cui struttura costituisce un pregevole esempio di architettura gotica, è ricchissimo di opere d'arte di grande pregio.

      A sinistra dell'entrata, in prossimità della sfarzosa Cappella della Madonna del Conforto, è collocato il monumento sepolcrale dello scienziato aretino Francesco Redi, su cui è scolpito lo stemma di famiglia. Sopra la cassa di marmo si trova il busto dello scienziato..

      Le vicende legate ai destini del corpo di Redi sono ancora oggi enigmatiche. Redi morì in seguito ad un attacco apoplettico durante la notte del 1° marzo 1697 a Pisa, dove si era recato con la Corte medicea. Dopo l'autopsia, richiesta dallo stesso Granduca Cosimo III, fu imbalsamato. Il corpo fu poi trasportato ad Arezzo e tumulato con grande solennità nella Chiesa di San Francesco, secondo una sua richiesta testamentaria. Nel 1812, durante la municipalità napoleonica, fu ipotizzato di trasformare la chiesa di San Francesco in un teatro. Preoccupato dei destini della salma, Francesco Saverio, pronipote di Redi, fece trasferire il monumento sepolcrale nel Duomo, ma, dopo questo ultimo trasporto, del corpo si perse ogni traccia e, nonostante accurate ricerche di studiosi di storia locale, è oggi impossibile sapere dove riposino i resti mortali del medico aretino.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Chiese
Statue e sepolcri monumentali
Indirizzo:
Arezzo, Piazza del Duomo
Interesse storico-scientifico:interesse 2

Poco oltre, l’armonioso invaso architettonico di Piazza Grande è dominato, sul lato settentrionale, dall’elegante facciata del Palazzo della Fraternita del Laici. Di grande interesse scientifico è l’ingegnoso orologio risalente alla metà del XVI secolo, fra gli esempi meglio conservati del suo genere in Italia.

Palazzo della Fraternita dei Laici
Palazzo della Fraternita dei Laici
    • In piazza Grande, detta anche piazza Vasari, si erge l'elegante Palazzo della Fraternita dei Laici, associazione benefica fondata nel 1262, al centro ancora oggi dell'attività assistenziale cittadina. Iniziato nel tardo Trecento e completato tra Quattrocento e Cinquecento, il palazzo compone mirabilmente lo stile gotico e quello rinascimentale.

      Sulla facciata del cinquecentesco campanile a vela si ammira lo straordinario quadrante di orologio. L'ingegnoso orologio, datato 1552, è opera di Felice da Fossato. All'interno del campanile è sistemato il complesso meccanismo con gli ingranaggi e i ruotismi che permettono i movimenti delle diverse parti dello strumento; una linea meridiana serviva per controllarne la precisione basandosi sul mezzogiorno solare. Il bellissimo quadrante mostra non solo le ore, ma anche il moto del Sole e le fasi della Luna. Oltre ai 12 numeri romani sono, infatti, riportati, su un cerchio interno, 29 numeri arabi, coincidenti coi giorni del mese lunare, mentre su un disco in rame sono tracciate delle figure geometriche corrispondenti alle varie posizioni della Luna (terzili, quartili e sestili). Due sfere di metallo sopra il disco ed una terza esterna rappresentano rispettivamente la terra, al centro secondo il sistema tolemaico ancora in auge al tempo della costruzione dell'orologio, la luna, metà bianca e metà nera, e infine il sole. È opportuno ricordare che orologi di questo tipo, ancora oggi esistenti, sono rarissimi. In anni recenti è stato perfettamente restaurato.

      (Fausto Casi)
Tipologia:
Misura del tempo
Indirizzo:
Arezzo, Piazza Grande
Interesse storico-scientifico:interesse 1

Proseguendo si giunge al passeggio del Prato dal quale si gode una magnifica vista sulla fortezza medicea, eretta nel Cinquecento sul sito dell’antica acropoli della città.

Fortezza Medicea di Arezzo
Fortezza Medicea di Arezzo
    • Nel 1538, nell'ambito dell'opera di revisione del sistema difensivo dello Stato voluto da Cosimo I de' Medici, iniziarono i lavori per la fortezza e il nuovo circuito murario di Arezzo, sotto la direzione di Antonio da Sangallo il Giovane che aveva utilizzato i disegni di Giuliano (1502) e Antonio il Vecchio (1505).

      La cittadella medicea, che sorge sul colle di San Donato nella zona occupata prima da edifici del III-II secolo a.C., poi da un cassero del secolo XIV, costituisce un interessante esempio di architettura militare del Cinquecento per l'impianto stellare a cinque punte, per la razionalità delle strutture e per l'innovazione delle soluzioni architettoniche. Una caratteristica peculiare della cinta muraria è, invece, costituita dalla notevole altezza della scarpa in confronto alla parete a piombo. La fortezza, smantellata nel 1800 dai Francesi, fu restaurata nel 1868 e successivamente più volte rimaneggiata. Alla fine dell'Ottocento la fortezza con il terreno limitrofo fu donata per testamento dal Conte Enrico Falciai Fossombroni al Comune di Arezzo affinché fosse destinata a pubblica utilità.

      Gli spalti della cittadella medicea, adattati a parco pubblico, offrono un bel panorama sulla città, sulla pianura, sulla valle dell'Arno e sul Pratomagno.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Apparati difensivi
Indirizzo:
Arezzo, Viale Bruno Buozzi
Interesse storico-scientifico:interesse 3

Imboccato Corso Italia si prosegue sino ad incrociare sulla sinistra via dell'Anfiteatro che conduce direttamente al Museo Archeologico Nazionale Gaio Cilnio Mecenate. Il medievale monastero di San Bernardo sorto sui resti dell’anfiteatro adrianeo custodisce, fra le altre cose, un’importante sezione consacrata alla sigillata e alle sue complesse tecniche di produzione.

Museo Archeologico Nazionale Gaio Cilnio Mecenate
Museo Archeologico Nazionale Gaio Cilnio Mecenate
    • Ospitato nell'ex monastero di San Bernardo, costruito intorno alla metà del Trecento sui resti dell'anfiteatro romano dall'ordine dei Benedettini Olivetani e rimaneggiato nei secoli XVII e XVIII, il Museo Archeologico di Arezzo accoglie una vasta collezione di manufatti antichi, principalmente di epoca etrusca e romana. Ricco di pezzi celeberrimi, come lo splendido cratere attico di Euphronios, dal punto di vista scientifico è importante soprattutto per le sale dedicate alla produzione della terra sigillata aretina. Si tratta di ceramica da mensa molto fine, decorata a rilievo e ricoperta da una vernice color rosso corallo. Prodotta in serie mediante matrici, rimase in auge dalla metà del I secolo a.C. fino alla metà del secolo successivo. L'esposizione ne illustra le tecniche di produzione e presenta, nelle sale VI, VII e VIII, i pezzi delle principali botteghe, tra cui si possono ricordare quelle di M. Perennius e di C. Ateius.

      (Elena Fani)
Tipologia:
Musei artistici con reperti scientifici
Indirizzo:
Arezzo, Via Margaritone 10
Interesse storico-scientifico:interesse 3

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Scheda a cura di Elena Fani

Data aggiornamento 09/ott/2008