Le costruzioni in terra cruda in Toscana
Ancor'oggi la maggior parte delle case al mondo sembra sia costruita in terra cruda. Certo, in Occidente l'uso della terra cruda è stato riservato per lo più ad edilizia di basso valore economico e di modesta estrazione.
Tecniche e materiali costruttivi
L'archeologia ci restituisce quasi esclusivamente informazioni relative alle costruzioni che nell'antichità furono costruite in pietra o mattoni cotti; la molteplicità dei modi in cui si può impiegare la semplice argilla essiccata rende forse più difficile immaginare, in epoca moderna, quanto del patrimonio edilizio esistente non sia realizzato né di pietre né di mattoni cotti.
La coscienza di questa realtà e la pubblicazione di una abbondante bibliografia dedicata a questo tema si deve principalmente all'opera di CRATerre, laboratorio di ricerca ed èquipe d'insegnamento della Scuola di Architettura di Grenoble.
Le costruzioni in terra cruda sono realizzate con varie tecniche a seconda della composizione della terra e del clima dei luoghi: pisé, ovvero terra direttamente pressata dentro casseforme da smontare, quando la terra è più magra; adobe, cioè grandi mattoni di terra, solitamente addittivata con paglia e fibre vegetali, essiccati al sole, quando la terra è grassa; palle di fango aggiunte una ad una a comporre l'elemento murario e spalmate con cura, nei climi più aridi; cannicciati a loro volta saturati di terra per la tamponatura di case con struttura in legno, nel nord Europa.
Testimonianze di architettura in terra cruda in Toscana
Anche nel territorio toscano sono presenti innumerevoli esempi di costruzioni in terra cruda di cui spesso gli stessi abitanti sono inconsapevoli. Infatti, prevale qui l'uso di un tipo di mattone crudo in tutto uguale a quello destinato alla cottura, sia per composizione che per dimensioni. Questo si affianca spesso a mattoni cotti che hanno sostituito elementi rovinati o che sono stati aggiunti per necessità costruttive successive. L'accurata copertura di intonaco, che permette a questa tecnica di adeguarsi ai nostri climi relativamente piovosi, suggella il segreto.
L'uso della terra cruda per la realizzazione delle costruzioni rurali ebbe un accanito sostenitore in Giuseppe Del Rosso, l'accademico dei Georgofili che nel 1793 pubblicò l'opuscolo Dell'economica costruzione delle case di terra. L'autore sosteneva che costruzioni in terra cruda «nella Val di Chiana, nella Provincia superiore, e inferiore di Siena, nel Val d'Arno di sopra etc.» risalenti alla fine del XV secolo erano frequenti, e auspicava la riabilitazione di questa tecnica costruttiva al fine di fornire case a più basso costo e di soddisfare la domanda.
Sono stati individuati recentemente episodi di edifici in adobe: ad esempio il podere Infernuzzo, i ruderi del podere Scuragnolo ed il fienile del podere Coltolungo nei pressi dell'abitato di Terranuova Bracciolini, in cui alcune parti delle murature dei primi piani sono realizzati in mattoni crudi legati con una debole malta di calce. La città stessa di Terranuova Bracciolini mostra vari episodi di muratura realizzata in adobe; si riportano inoltre notizie sull'abitato di S. Giovanni Valdarno e sul palazzo comunale di Montelupo per la muratura in pisé.
In particolare la tecnica del pisé è prevalente in Val di Chiana, dove la terra è più magra e quindi più adatta alla formatura in elementi di dimensione strutturale. L'uso della terra cruda in questi teritori doveva essere comune per le case rurali, come testimoniano i numerosi esempi ancora visibili nei pressi di Cortona. Sono costruzioni oggi abbandonate o destinate a locali di servizio, come quella individuata in località Appalto (S. Lorenzo), sulla strada provinciale Lauretana, e quella a S. Agata (Fratta).
Altri esempi sono segnalati a Castoncello (Castiglion Fiorentino), Alberoro (Monte S. Savino), Case Nuove (Farneta).
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Scheda a cura Giovanna Ranocchiai
Data aggiornamento 16/giu/2011