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Montagna Pistoiese

Montagna Pistoiese

La montagna, con le sue estese foreste e giacimenti di pietra, è stata, per secoli, fonte di sostentamento per l’economia locale. Tuttavia gli erti pendii e i malagevoli passi rendevano difficili le comunicazioni fra il versante tirrenico e quello emiliano. Solo nel XVIII secolo, grazie all’ardito progetto di Leonardo Ximenes, fu possibile realizzare una comoda via di comunicazione fra questi impervi territori e l’Italia settentrionale.

Presso San Marcello Pistoiese, raggiungibile in 25 km da Pistoia tramite la SR66/SS66, merita una sosta il Museo del Ferro, ospitato in un’antica ferriera e ricco di strumenti e modelli funzionanti.

Ecomuseo della Montagna Pistoiese - Museo del Ferro
Ecomuseo della Montagna Pistoiese - Museo del Ferro
    • Ospitato nella ex scuola di Pontepetri, il museo costituisce il Punto Informativo dell'Itinerario del Ferro, che comprende anche la Ferriera Sabatini di Pracchia, e documenta la lavorazione del ferro nella zona con l'aiuto di apparati espositivi e didattici. Nei primi anni dell'Ottocento, delle diciannove ferriere di proprietà statale esistenti nel Granducato, ben otto erano dislocate nel Pistoiese: tre a Mammiano, due al Sestaione, una a San Felice, una a Piastrelle e una a Malconsiglio. Degli undici "distendini" statali (il distendino era una sorta di maglio che serviva per ridurre in forme sottili il ferro lavorato; la parola indicava anche l'officina dove tale operazione veniva compiuta), ben cinque si trovavano nel Pistoiese: due a Mammiano, uno a San Felice, uno a Candeglia, uno a Piastrelle.

      La collezione del Museo comprende attrezzi per la lavorazione del ferro, modelli funzionanti, diorami, come la ricostruzione della Ferriera di Maresca, e documenti d'archivio. Gli strumenti provengono dalle ferriere della zona e documentano la lavorazione del ferro tra Ottocento e Novecento: il minerale grezzo, proveniente dall'isola d'Elba, arrivava ai forni fusori e quindi alle ferriere, in cui si svolgevano le diverse fasi di lavorazione, dalla forgiatura alla produzione di utensili e oggetti d'uso.

      Nei pressi del Museo si trova il Giardino Didattico, dove è stato ricostruito e reso funzionante il "gorile" (sistema di derivazione dell'acqua) che muove la ruota verticale da ferriera, usata per azionare il maglio, e la ruota orizzontale del mulino. Inoltre, è stata costruita una turbina che produce energia elettrica pulita necessaria per l'illuminazione dell'area.

      (Donato Monaco)
Tipologia:
Musei della scienza e della tecnica
Indirizzo:
San Marcello Pistoiese, loc. Pontepetri, Via la Piana 70
Interesse storico-scientifico:interesse 2

Dal paese passava la via tracciata nel XVIII secolo dallo scienziato Ximenes di cui rimangono a monumentale testimonianza i resti del Ponte sulla Lima, visibili proseguendo per 12 km lungo la SR66/SS66.

Ponte sulla Lima
Ponte sulla Lima
    • Fu progettato da Leonardo Ximenes che si propose di costruire il ponte nel rispetto delle peculiarità dell'ambiente, dalle caratteristiche così preponderanti da essere "assecondate" e non "contrastate": «Il pensare nell'orrido di quelle rupi – annotava Ximenes – ad ornati di qualche finezza, e leggiadria, sarebbe stata la stessa cosa, che contrastare con la natura, la quale avrebbe sempre portato il vanto di fare sparire qualunque ornato; onde ho pensato piuttosto di secondarla con la arte, componendo il tutto con bozze rustiche, neglette e quasi informi».

      Inaugurato nel 1772, il ponte, ad un solo arco, era in bugnato rustico e arricchito da due eleganti fontane gemelle. Questo e il ponte sul Sestaione rappresentavano per il tempo due rilevanti opere architettoniche e ingegneristiche dislocate lungo la Strada Regia che conduceva nel Modenese.

      Il 27 settembre 1944 il monumentale ponte fu minato e fatto saltare dalle truppe naziste in ritirata. In seguito fu ricostruito, ma, a differenza di quanto accadde per il ponte sul Sestaione, non secondo l'originario progetto ximeniano. Nel corso di alcuni lavori di sistemazione del greto del torrente, sono stati recuperati alcuni significativi frammenti (bozze di pietra lavorata, frammenti di bugnato, decorazioni lapidee e parte del mascherone di chiave), che saranno ricomposti sotto forma di monumento nel costituendo giardino alla pace e alla memoria, promosso dai Comuni di Piteglio e di San Marcello Pistoiese in prossimità del vecchio ponte.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Opere idrauliche
Indirizzo:
Piteglio, loc. La Lima
Interesse storico-scientifico:interesse 2

Continuando sulla stessa strada e imboccando la SS12 si perviene a Cutigliano, nei cui pressi sorge un’altra importante testimonianza della via settecentesca: il Ponte sul Sestaione.

Ponte sul Sestaione
Ponte sul Sestaione
    • Progettato dal gesuita Leonardo Ximenes, il ponte sul torrente Sestaione fu terminato tra il 1780 e il 1781. La struttura presentava due arcate ellittiche sostenute da spalle laterali e da un grande pilone centrale, la cui base poggiava sull'alveo del torrente. Distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, fu ricostruito nel 1948 "dov'era, com'era" dall'architetto Alidamo Preti sulla base dei disegni di Ximenes. Una lapide apposta sulla graziosa fontana nei pressi del ponte ricorda l'ammirazione del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena per l'arditezza della costruzione. Abbandonando la strada statale e seguendo via delle Acacie si può ammirare l'imponente struttura del ponte. Questo e il ponte sulla Lima, inaugurato pochi anni prima (1772), rappresentavano per il tempo due notevoli opere architettoniche e ingegneristiche dislocate lungo la Strada Regia che conduceva nel Modenese.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Opere idrauliche
Indirizzo:
Cutigliano, Casotti Ponte Sestaione, SS12 dell'Abetone e del Brennero
Interesse storico-scientifico:interesse 2

A circa 8 chilometri di distanza dal Ponte, in località Rivoreta, si trova il Museo della Gente dell’Appennino Pistoiese, singolare raccolta etnografica ricca di oggetti di uso quotidiano utilizzati nei secoli scorsi dalle popolazioni del luogo.

Ecomuseo della Montagna Pistoiese - Museo della Gente dell'Appennino Pistoiese
Ecomuseo della Montagna Pistoiese - Museo della Gente dell'Appennino Pistoiese
    • L'idea di un museo che documentasse la cultura materiale della popolazione dell'Appennino Pistoiese risale agli anni Settanta del Novecento, ma solo negli anni Novanta, grazie all'adesione all'Ecomuseo, si è potuta concretizzare. La collezione etnografica comprende oggetti di uso comune e strumenti dei lavori tipici della montagna (carbonaio, boscaiolo). Tutti i reperti, risalenti ai secoli XIX e XX, sono originari del territorio e sono inseriti in un percorso fatto di suggestioni, evocazioni e suoni. Ogni anno, l'ultima domenica di luglio, in occasione della giornata del Museo Vivente, vengono rappresentati i vecchi mestieri e le attività tradizionali della zona. Il Museo è fruibile anche dai non vedenti grazie alla tecnologia Walk-Assistant. Oltre all'offerta didattica dell'Itinerario Agro-silvo-pastorale dell'Ecomuseo, è in funzione un laboratorio del giocattolo.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Musei etnografici, antropologici e del territorio
Indirizzo:
Cutigliano, Rivoreta, Via degli Scoiattoli
Interesse storico-scientifico:interesse 2

Per gli amanti della botanica tappa è d’obbligo la visita al locale Orto Botanico Forestale, vero e proprio museo della flora appenninica.

Ecomuseo della Montagna Pistoiese - Orto Botanico Forestale dell'Abetone
Ecomuseo della Montagna Pistoiese - Orto Botanico Forestale dell'Abetone
    • Voluto da Federico Strada, cultore di flora alpina, l'Orto fu progettato a partire dagli anni Ottanta del Novecento: nel 1986 fu approvata la costituzione di un consorzio formato da varie istituzioni (Regione Toscana, Corpo Forestale dello Stato, Comunità Montana dell'Appennino Pistoiese, Università di Firenze, di Pisa e di Siena) per la gestione delle attività e nel 1987 fu inaugurato.

      L'Orto intende valorizzare gli aspetti forestali della zona, di cui la vicina Riserva Naturale Orientata di Campolino costituisce l'esempio più significativo. Nella Riserva, istituita nel 1972, si trovano gli ultimi residui di boschi indigeni di abete rosso (Picea abies). Oltre ad abeti, faggi e alberi ad alto fusto, l'Orto presenta una ripartizione in aree "tematiche", tra le quali una zona umida con una piccola torbiera, una roccaglia calcarea ed una silicea con molte specie tipiche della flora di altitudine dell'Appennino Pistoiese (genziane, sassifraghe, primule, mirtilli, gigli, orchidee). Con il termine "roccaglia" (dal francese rocaille) si indicavano alcune bizzarre architetture rustiche, decorate da stalattiti artificiali e da conchiglie, diffuse nei giardini italiani dei secoli XVII e XVIII.

      L'Orto Botanico è, inoltre, il punto di partenza di due itinerari: uno permette di visitare la riserva di abete rosso (Picea abies) di Campolino, mentre un altro attraversa i boschi dell'alta Val Sestaione, giungendo fino alle Regine. Completa il percorso il Centro Didattico di Fontana Vaccaia, allestito dal 1997 nella Stazione del Corpo Forestale. La presenza di materiale bibliografico specifico, di attrezzature per lo studio delle piante e di una sala per la proiezione di filmati e diapositive ne fanno un centro ideale per lo svolgimento di attività di ricerca e divulgazione scientifica. È, inoltre, in corso di allestimento un piccolo museo naturalistico che dovrebbe esporre manufatti tipici della montagna pistoiese, oltre ad un erbario contenente numerosi campioni essiccati della flora locale.

      (Anna Toscano)
Tipologia:
Giardini botanici
Indirizzo:
Abetone, loc. Fontana Vaccaia, S.S. del Brennero 49
Interesse storico-scientifico:interesse 1

Punto di arrivo dell’itinerario è infine l’Abetone, abitato sorto a ridosso del valico dello spartiacque appenninico, lungo la SS12. Il percorso dell’antica via ximeniana è segnato da due piramidi monumentali che celebrano la realizzazione della Strada Regia Modenese.

Piramidi dell'Abetone
Piramidi dell'Abetone
    • Le piramidi dell'Abetone, disegnate da Leonardo Ximenes ed erette sull'antico confine fra il Granducato di Toscana e il Ducato di Modena, costituiscono il simbolo di uno dei più rilevanti ed efficaci lavori ingegneristici del periodo lorenese: la costruzione della Strada Regia Modenese. Promotori dell'ardita iniziativa furono il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo e il duca di Modena Francesco III, come ricordano le iscrizioni apposte sulle piramidi.

      La Strada Regia Modenese, detta anche del valico dell'Abetone, collegava il Granducato, attraverso Pistoia, con il Ducato di Modena e quindi con l'Impero asburgico. La nuova strada consentiva collegamenti più rapidi con il porto di Livorno ed aveva una valenza sia militare sia economica. L'opera, iniziata nel 1766 e terminata circa dieci anni dopo, fu diretta, in territorio toscano, da Leonardo Ximenes e, nel versante modenese, da Pietro Giardini. La costruzione del tracciato richiese grandi capacità di progettazione, soprattutto nel tratto dalla Lima all'Abetone, dove furono costruiti ponti, tornanti ed opere murarie di sostegno. Due monumentali strutture, il ponte sulla Lima e quello sul Sestaione, coronavano il grandioso lavoro.

      (Graziano Magrini)
Tipologia:
Porti, stazioni e ferrovie
Indirizzo:
Abetone, SS12 dell'Abetone e del Brennero
Interesse storico-scientifico:interesse 2

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Scheda a cura di Elena Fani

Data aggiornamento 14/feb/2008