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Valdelsa - Fra scienza ed economia

Valdelsa - Fra scienza ed economia

La Val d’Elsa in epoca medievale fu terra di confine fra Siena e Firenze e questo spiega la presenza, in questo territorio, di eccezionali strutture difensive come quelle di Monteriggioni o Colle di Val d’Elsa. Venute meno le esigenze difensive, il comprensorio conobbe il proliferare di attività specializzate come quella del vetro e del cristallo, alle quali, in età più recente, si è aggiunto lo sfruttamento di energie naturali come quelle geotermiche.

Seguendo il Raccordo Autostradale Siena-Firenze, il visitatore non potrà fare a meno di imbattersi nella suggestiva cinta muraria di Monteriggioni, celebre esempio di architettura militare di età medievale.

Cinta muraria di Monteriggioni
Cinta muraria di Monteriggioni
    • Grande doveva essere l'impressione suscitata dalla vista della cittadella all'epoca del suo massimo splendore se Dante, nella sua Divina Commedia (Inferno canto XXXI, vv. 40-45), paragonò i giganti posti tra l'VIII e il IX cerchio dell'Inferno alle sue alte torri:

      «però che, come in su la cerchia tonda
      Monteriggioni di torri si corona,
      così la proda che 'l pozzo circonda
      torregiavan di mezza la persona
      li orribili giganti, cui minaccia
      Giove del cielo ancora quando tona»

      Fondata dai senesi tra il 1213 e il 1219 come avamposto contro i fiorentini, Monteriggioni aveva, nell'antichità, fama di fortezza inespugnabile; fama ampiamente meritata dal momento che cadde solo in seguito al tradimento di un fuoriuscito fiorentino nel 1554. La cinta muraria, con un perimetro di 570 metri, era intervallata da 15 torri quadrangolari dotate di merlature e bertesche (specie di balconi in legno che sporgevano nei punti di maggiore impegno difensivo), mentre all'esterno era circondata da un fossato che, riempito di carbone, veniva fatto incendiare in caso di assedio. In corrispondenza di una delle due porte di accesso conservate, inoltre, sembra fosse posta una ulteriore struttura di difesa, un rivellino (avamposto) di forma rettangolare. L'insieme costituisce un eccellente esempio del sapere tecnico-militare del periodo medievale.

      Arrivato quasi inalterato fino ai nostri giorni (nel Cinquecento le torri furono abbassate per adeguarsi alle nuove armi da fuoco, ma alcune furono in seguito rialzate), questo splendido borgo antico rievoca ogni estate il suo glorioso passato. In occasione della sua festa medievale tutti gli abitanti, indossati abiti d'epoca, interpretano per alcuni giorni uno specifico personaggio. Ogni segno di modernità, come macchine ed energia elettrica, è bandito, mentre la moneta corrente viene cambiata con "lo scudo di Monteriggioni" grazie al quale è possibile gustare gli "antichi" sapori dei prodotti tipici del borgo.

      (Elena Fani)
Tipologia:
Apparati difensivi
Indirizzo:
Monteriggioni, Strada di Monteriggioni
Interesse storico-scientifico:interesse 2

L’adeguarsi delle strutture difensive alle armi da fuoco è esemplificato, in modo magistrale, dalla quattrocentesca Porta Volterrana della non lontana Colle di Val d’Elsa, pittoresco borgo posto a sud di Poggibonsi e raggiungibile tramite la SR2 e la SP5.

Porta Volterrana
Porta Volterrana
    • Caposaldo del lato occidentale della cinta muraria di Colle Alta, la Porta Volterrana costituisce un punto di riferimento nella storia dell'evoluzione degli apparati difensivi di epoca medicea. Costruita nel 1479 grazie al contributo di valenti architetti militari come il Francione, Giuliano da Sangallo, Francesco d'Angelo e Paolo di Francesco, presenta, infatti, alcuni elementi che si ritroveranno, da qui in poi, nella costruzione delle rocche. Due possenti torrioni circolari in mattoni racchiudono il tratto di muro in cui si apre la porta a tutto sesto. L'intero apparato è dotato di un'alta scarpata e di elementi difensivi a sporgere impostati su beccatelli triangolari in pietra e archetti in mattoni, mentre la zona centrale è delimitata da due redondoni (cordoni lapidei sporgenti nati per impedire una facile scalata alle mura che nel Cinquecento, con l'introduzione dei bastioni, verranno adottati regolarmente). Il tutto coronato da un parapetto con merlature e troniere (aperture per i cannoni).

      (Elena Fani)
Tipologia:
Apparati difensivi
Indirizzo:
Colle di Val d'Elsa, Via Volterrana
Interesse storico-scientifico:interesse 3

Sempre a Colle merita una visita il Museo del Cristallo che, attraverso reperti vitrei e ricostruzioni, documenta la secolare tradizione della lavorazione del cristallo nella zona.

Museo del Cristallo
Museo del Cristallo
    • Fondato nel 2001, il Museo presenta la storia della lavorazione del cristallo a Colle di Val d'Elsa dall'Ottocento fino ai nostri giorni. La sezione più estesa è dedicata all'industria vetraria colligiana dal 1820, anno dell'impianto della prima fornace, fino alla realizzazione del cristallo a piombo nel 1963. Sono esposti anche reperti vitrei dei secoli XIV e XV che documentano la storica attività vetraria in Valdelsa, oltre a oggetti incisi con l'antica tecnica alla ruota di rame. Significativa la sezione tecnologica, dove l'ambiente di lavoro tradizionale – con la riproduzione a grandezza naturale di un forno visto in sezione – è accostato a quello moderno automatizzato. Il Museo è situato in uno spazio sotterraneo dove si trovavano antiche vetrerie e cristallerie.

      (Stefania Mangia)
Tipologia:
Musei della scienza e della tecnica
Indirizzo:
Colle di Val d'Elsa, Via dei Fossi 8/a (ex Area-Boschi)
Interesse storico-scientifico:interesse 2

Per i visitatori interessati alle ricchezze del territorio si consiglia, infine, una visita a Radicondoli, località posta a circa 30 chilometri di distanza seguendo la SP541 verso sud, dove si trova un Museo unico nel suo genere in Italia, dedicato alla conoscenza delle risorse geotermiche del comprensorio.

Museo delle Energie
Museo delle Energie
    • Inaugurato nel febbraio 2004 in un antico palazzo restaurato, il piccolo ma interessantissimo museo si collega alle risorse tipiche del territorio, in particolare ai soffioni e alle fonti energetiche che si sprigionano dalla terra. I “soffioni e lagoni del Senese” furono studiati dal celebre scienziato Paolo Mascagni alla fine del Settecento, che confermò la presenza di acido borico individuato per la prima volta nel lagone cerchiaio di Monterotondo dal chimico Uberto Francesco Hoefer, direttore delle spezierie granducali.

      L’esposizione del Museo di Radicondoli segue un percorso insieme storico-scientifico e didattico: alcuni apparecchi d’epoca illustrano temi e fenomeni che gli stessi visitatori possono generare grazie a dispositivi e a modelli funzionanti. I ricchi apparati fotografici e esplicativi chiariscono al meglio anche gli argomenti più complessi e difficili.

      Il museo suggerisce anche “itinerari delle energie” attraverso poderi e fattorie, mulini e ferriere, frantoi e centrali geotermiche, come la vicina Centrale Le Pianacce.

      (Mara Miniati)
Tipologia:
Musei della scienza e della tecnica
Indirizzo:
Radicondoli, Via Tiberio Gazzei
Interesse storico-scientifico:interesse 2

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Scheda a cura di Elena Fani

Data aggiornamento 05/feb/2008