Nel mondo assiro il giardino rifletteva la gloria del sovrano. I vasti parchi sorti all’ombra dei palazzi reali rispecchiavano, con la varietà delle specie delle piante utilizzate, l’ampiezza del regno. Dalle esperienze maturate in campo architettonico, idraulico e botanico presero forma i giardini pensili di Babilonia, destinati a divenire una delle sette meraviglie del mondo antico.
Sebbene non possiamo restituire una forma concreta e forse neppure una collocazione precisa a queste grandiose opere, è possibile però ricostruire il background tecnologico e i saperi che erano alla base dei giardini nel mondo mesopotamico.
Anche se l’arte dei giardini prese forma in Egitto già a partire dal secondo millennio a.C., fu però proprio con la concezione del verde elaborata nel mondo mesopotamico che la cultura ellenistica giunse precocemente in contatto.

L'impero ittita
Il materiale epigrafico in cuneiforme rinvenuto negli scavi della capitale Khattusha (odierna Boğazköy) ha permesso la ricostruzione dell’antica civiltà ittita, fiorita in Turchia fra XVII-XVI e XIII secolo a.C.
Presso gli Ittiti non esisteva il concetto di giardino ornamentale: la funzione era quella pratica e produttiva e molte piante oggi considerate ornamentali erano coltivate per il loro uso medicinale.
Campi, piantagioni di alberi, orti, giardini di piante medicinali e aromatiche, vigneti e frutteti, irrigati da un sistema di canali, potevano essere recintati e avere un’entrata. Particolarmente diffuse erano le piante aromatiche; il re Sargon II (721-704 a.C.) fece piantare nei giardini di Dur-Sharrukin “tutte le piante aromatiche del paese degli Ittiti”.
L’importanza dei giardini è testimoniata anche dall’esistenza di una “festa dei giardini.
Il Regno di Urartu in Armenia
Dal cuore del regno di Urartu, nelle regioni attorno al lago Van nella Turchia orientale, giungono importanti testimonianze dell’alto livello di civiltà raggiunto da questo popolo.
Gli Urartei concepivano città e campagna in modo unitario. Ad ogni nuova fondazione urbana i sovrani realizzavano imponenti sistemi idraulici per favorire l’agricoltura. Un’iscrizione del IX secolo a.C. parla dell’impianto di vigneti e frutteti in una zona di grande bellezza, una nicchia rocciosa che si apre come una scena teatrale verso il grande lago Van. Qui il re Minua e la regina Tariria fecero costruire canali per irrigare i vigneti, i cui frutti erano destinati ai magazzini dell’inespugnabile fortezza di Tušpa. Celebre è il “canale di Minua”, ancora oggi funzionante, attribuibile al re grazie alle 14 iscrizioni rinvenute lungo il suo corso.
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