Arezzo - Valtiberina
L’alta valle del Tevere compresa nel territorio toscano ha in Sansepolcro e Anghiari i suoi centri storici e culturali. Fu proprio a Sansepolcro che vide i natali Piero della Francesca, uno dei massimi teorici della prospettiva di epoca rinascimentale. Ricca di suggestioni storiche ed artistiche la Valtiberina offre anche numerose ed originali testimonianze di interesse scientifico. È in queste verdi vallate che ha sede uno dei centri di ricerca per la lavorazione delle piante medicinali più celebri in Europa.
L’itinerario può avere inizio da Arezzo, dove merita una sosta l'esposizione permanente, attualmente ospitata in Palazzo Sabatini, che documenta la storia dei mezzi di comunicazione.
A partire dal 1975, l'antiquario Fausto Casi ha raccolto oltre 1.000 apparecchiature che documentano la storia e l'evoluzione dei mezzi di comunicazione. La raccolta comprende radio d'epoca, dal brevetto Marconi alle radio degli anni Quaranta, e materiale storico sul cinema, dai giochi ottici del secolo XIX al cinema amatoriale degli anni Sessanta. È inoltre presente una collezione di strumenti scientifici legati alla scoperta dei raggi X, come antiche pompe per il vuoto e tubi di Geissler e di Roentgen. Ai pezzi d'epoca si affianca il materiale storico-bibliografico: una ricca biblioteca, documenti d'archivio, filmati e documenti fotografici.
Da dicembre del 2005 la collezione, ospitata in Palazzo Sabatini , è andata a costituire l'esposizione permanente "Per un museo dei mezzi di comunicazione. Suono - Scrittura - Immagine", gestita dall'Associazione culturale "Il Mondo in casa".
(Fausto Casi)
Provenendo da Arezzo lungo la SP43 e la SP47, si incontra l’ameno paese di Anghiari, celebre per la battaglia immortalata negli affreschi perduti di Leonardo da Vinci. Proprio a tale episodio storico è consacrato il Centro di Documentazione della Battaglia di Anghiari, dove il turista, oltre alla ricostruzione dell’evento bellico, potrà visitare la sezione dedicata all’ingegneria militare e alla produzione delle antiche armi anghiaresi.
Situato nel Palazzo del Marzocco, il Centro ha lo scopo di illustrare la battaglia di Anghiari (1440), resa famosa dall'affresco, ormai perduto, che i Fiorentini commissionarono a Leonardo da Vinci per ricordare la loro vittoria. Il comune di Anghiari ha progettato la realizzazione di un apposito spazio espositivo permanente, destinato ad accogliere la ricostruzione, su tela, dell’opera leonardesca commissionata a Vittoria Chierici, un plastico ed alcune postazioni multimediali per la ricostruzione virtuale della battaglia. L'affresco di Leonardo è, inoltre, documentato da copie anastatiche dei suoi disegni, cui si affianca una serie di cassoni nuziali databili al terzo quarto del secolo XV.
Nel Centro sono attualmente in allestimento alcune sezioni dedicate alle armi anghiaresi, all'ingegneria militare e alla storia locale.
(Graziano Magrini)
All'epoca rinascimentale risale anche la fondazione della locale Confraternita di Misericordia, la cui antica struttura ospita oggi l’omonimo museo, le cui raccolte vantano singolari reperti legati all'attività ospedaliera dell’istituzione.
Nel 1564 fu fondata ad Anghiari la Compagnia dello Spirito Santo, che assunse poi il nome di Confraternita di Misericordia, con il compito di soccorrere gli infermi e seppellire i morti. Nel 1870 fu creato anche l'ospedale della Misericordia. Dal 1975 sono stati avviati il riordino dell'Archivio Storico e l'allestimento del Museo nell'antico edificio di Badia, residenza storica della Confraternita.
La collezione esposta nel Museo è costituita da attrezzi vari da ambulatorio e usati per l'assistenza a domicilio, databili alla fine dell'Ottocento, uniformi della Misericordia di Anghiari e quattro mezzi di trasporto per i malati (una lettiga a ruote a tiro del 1861, un piccolo carro-lettiga del 1909 detto "di volata" per il suo utilizzo nel pronto soccorso, un carro-lettiga a ruote per traino a mano, un'egroleva in ferro per sollevare dal letto gli ammalati).
(Stefania Mangia)
Proseguendo lungo la SP43 e prendendo la SS73/E78 si giunge dopo pochi chilometri a Sansepolcro, cittadina di chiara impronta rinascimentale. Nel cuore della città è ospitato l’Aboca Museum, importante collezione dedicata alla raccolta e lavorazione di piante medicinali.
Il Museo è stato istituito nel 2002 per volontà dell'azienda Aboca, attiva da oltre vent'anni nel settore delle piante medicinali, con lo scopo di delineare un tracciato storico dell'utilizzo delle erbe e di recuperarne l'uso tradizionale. È ubicato nel Palazzo Bourbon del Monte. Nelle sale espositive vengono presentati antichi utensili impiegati nelle spezierie per la conservazione e la preparazione delle erbe medicinali: mortai in bronzo, pietra, alabastro, avorio e legno, di provenienza italiana ed europea; maioliche, ceramiche e vasi in vetro soffiato. Il materiale comprende inoltre attrezzi per la raccolta delle erbe e alcuni strumenti da laboratorio del secolo XVIII. In alcune sale sono stati ricostruiti gli ambienti tradizionali per la lavorazione delle erbe.
La biblioteca possiede libri a stampa databili dal Cinquecento ai primi del Novecento, riguardanti la botanica, la farmacia e la chimica, oltre a raccolte di iconografia botanica e numerosi erbari (con calcografie, xilografie e litografie).
(Stefania Mangia)
Sempre all’interno del centro storico, particolarmente interessante per la storia della scienza del vetro è il Museo "Bernardini-Fatti" della Vetrata Antica, sistemato negli spazi della chiesa sconsacrata di San Giovanni Battista.
Ospitato nella chiesa di San Giovanni Battista, le cui prime notizie risalgono al 1126, il Museo della Vetrata Antica di Sansepolcro, aperto nel 2003, costituisce uno dei primi tentativi organici in Italia di creare un museo dedicato alle vetrate. Accoglie prevalentemente opere databili tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, tra cui si distingue la copia a grandezza naturale, in vetro dipinto, dell'Ultima Cena di Leonardo realizzata, tra il 1937 e il 1942, da Rosa e Cecilia Caselli e donata alla città dal concittadino Luigi Fatti. Della Collezione Giuseppina Bernardini, invece, fanno parte vetrate di soggetto sacro databili a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, come una grande Crocifissione, capolavoro dell'arte preraffaellita inglese.
Particolare interesse, da un punto di vista scientifico, riveste l'esposizione di una campionatura di vetrate (figurate e non), arricchita da una raccolta di bozzetti, tavole a colori e incisioni di fine Settecento che, insieme a materiali di botteghe artigiane e testi che illustrano la storia, la lavorazione e il restauro delle vetrate, consentono di ripercorrere le tappe di questa antica arte. Su appuntamento sono, inoltre, possibili dimostrazioni di lavorazione della vetrata tradizionale legata a piombo.
(Elena Fani)
****************************
Scheda a cura di Elena Fani
Data aggiornamento 09/feb/2008