L'introduzione e l'adozione sempre più diffusa del metodo sperimentale durante la cosiddetta "rivoluzione scientifica" stimolò un'intensa attività di costruzione di strumenti e macchine per compiere esperienze a fini dimostrativi. Presto vennero formandosi cospicue collezioni di questo tipo di apparecchi. Isaac Newton, portando avanti l'opera di radicale riforma avviata da Galileo Galilei, da René Descartes e da altri ricercatori, stabilì nei Principia Mathematica le basi della meccanica classica. Questo processo di ridefinizione teorica dei principi della meccanica fu assistito, fin dalla fine del Cinquecento, dalla invenzione e costruzione di apparati per studiare sperimentalmente le leggi del moto, nonché di modelli per dimostrare i principi di funzionamento di macchine semplici e composte. A partire dall'inizio del Settecento, la pratica sempre più diffusa delle lezioni di filosofia naturale corredate da dimostrazioni sperimentali contribuì alla diffusione di tutta una serie di efficaci apparati concepiti ingegnosamente per illustrare i concetti e i fenomeni fondamentali della meccanica newtoniana. Molti di questi apparati rimasero in uso per oltre due secoli nei gabinetti di fisica.
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