4.1 - La riproduzione delle osservazioni di Galileo
L’allestimento di uno strumento ottico fedele al telescopio originale, ma anche in grado di sostenere dispositivi per la registrazione delle immagini, ha permesso di avviare una campagna osservativa degli stessi corpi celesti esaminati da Galileo. Lo strumento ottico è stato realizzato all’Osservatorio Astrofisico di Arcetri con repliche delle lenti originali costruite in base alle analisi svolte dall’Istituto Nazionale di Ottica Applicata. Per registrare le immagini è stato invece utilizzato un Charge Coupled Device (CCD), un dispositivo elettronico che oggi costituisce il cuore delle macchine fotografiche digitali.
Le prime osservazioni compiute hanno riguardato la Luna e Saturno, e appaiono significative nell’evidenziare il principale problema ottico del telescopio di Galileo. Il potere di risoluzione dello strumento - cioè la capacità di far percepire e riconoscere dettagli minimi dell’immagine di un corpo celeste - è fortemente limitato dall’insorgere della cosiddetta aberrazione cromatica. Questo fenomeno si manifesta a colpo d’occhio con frange di colore rosso o blu che contornano i corpi celesti osservati; ma, più in generale, si traduce in una sfocatura che riduce la definizione dell’immagine telescopica.
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