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Da Galileo a Newton

Per anni Galileo primeggiò nella produzione di telescopi, come sottolineano due esempi. Letto il Sidereus nuncius, Kepler desiderò verificare le scoperte galileiane con proprie osservazioni. Per mesi cercò un buon telescopio; ma quando finalmente, nell’agosto del 1611, ne ebbe in prestito uno adatto, si trattò dello strumento fatto da Galileo per l’Elettore di Colonia.

Il Sidereus nuncius ispirò invece a Nicolas Claude Fabri de’ Peiresc (1580-1637) l’idea di determinare i periodi orbitali dei satelliti di Giove. Sicuro del successo, Peiresc commissionò la preparazione dell’antiporta del proprio libro sull’argomento. Tuttavia, nel 1634, egli chiese a Galileo di costruirgli un buon telescopio, dato che lo strumento di Jacob Metius da lui posseduto non permetteva di condurre alcun lavoro scientifico.

Sembra curioso che Galileo sia riuscito a perfezionare i primi occhialetti dei Paesi Bassi in alcuni mesi, mentre nessuno riuscì a perfezionare il suo telescopio per altri venti anni; e ancora più sorprendente che, dopo il rapido sviluppo iniziale, Galileo stesso non sia riuscito a sviluppare ulteriormente lo strumento. I fatti sembrano suggerire che nel 1610 egli avesse un dispositivo impossibile da migliorare; cosa essenzialmente vera.

J. Chalette, Bozzetto per il libro sui satelliti di Giove di N.C.F. de Peiresc, c. 1611 (Carpentras, Bibliothèque Inguimbertine, Ms. 803)
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