Il sogno dell’ingrandimento telescopico è forse tanto vecchio quanto il genere umano. Già Roger Bacon (c. 1219-c. 1292) sognava un dispositivo con il quale «un bambino poteva sembrare un gigante e un uomo una montagna». Ma allora come mai si dovette attendere fino al 1608 perché un occhialaio di Middelburg richiedesse una patente di esclusiva per un dispositivo in grado di ingrandire a distanza? Che cosa separava il sogno dalla realtà? La ricerca di una risposta a queste domande passa attraverso gli sviluppi della teoria ottica e della produzione di lenti nei due secoli precedenti l’invenzione del telescopio.
L’ottica era una disciplina matematica ben stabilita e vantava una tradizione le cui radici affondavano nell’Antichità. Nel Medioevo essa divenne nota come "perspectiva" e alla tradizione perspettiva dell’ottica si richiamarono molti matematici che nel Cinquecento cercarono di definire le proprietà degli specchi e delle lenti. Tuttavia, le innovazioni concettuali che emersero dagli studi di ottica prospettica si scontrarono ben presto con le limitazioni materiali imposte dalla pratica artigiana della costruzione di lenti.
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