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Osservare con il telescopio di Galileo

4.3 - Osservare con repliche interattive del telescopio di Galileo

Uso del micrometro Uso dell'elioscopio Modello di Saturno, 1660 (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Ms. Gal. 289)

Una comprensione più chiara di alcuni problemi incontrati da Galileo nelle proprie indagini astronomiche e delle tecniche d’osservazione da lui messe a punto può essere raggiunta utilizzando strumenti interattivi in spazi chiusi, quali le sedi di un museo o di una mostra. Di fatto, ogni corpo celeste pose Galileo di fronte a difficoltà specifiche, sia riguardo la registrazione delle osservazioni sia, soprattutto, sul modo in cui trarre da esse dati numerici oggettivi da usare nell’elaborazione di teorie astronomiche.

Tuttavia, l’idea di riprodurre in ambito terrestre alcune osservazioni celesti non è nuova, ma ha anzi radici storiche in alcune esperienze eseguite nella prima metà del Seicento per risolvere specifici problemi astronomici o per valutare in modo oggettivo la qualità dei telescopi. Ne è un particolare esempio l’esperienza condotta a Firenze da alcuni membri dell’Accademia del Cimento per accertare se Saturno fosse un composto di tre astri (come inizialmente proposto da Galileo) o se fosse circondato da un anello solido (come sostenuto invece da Huygens). Nel 1660 gli accademici prepararono un modello del pianeta dotato di anello che, se osservato a distanza con telescopi di bassa qualità, si mostrava tricorporeo.

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