Nel 1872 l’Osservatorio Astronomico lasciò la sede nel centro di Firenze per trasferirsi sulla collina di Arcetri, situata subito fuori le mura accanto alla villa “Il Gioiello”, dove Galileo aveva trascorso gli ultimi anni di vita. Si cercò di riqualificare l’indagine astronomica mediante un nuovo edificio dedicato e attrezzato, e anche immerso in cieli più bui, lontano dall’illuminazione pubblica. Ma la prematura morte di Donati lasciò l’Osservatorio senza guida per decenni, portandolo a una situazione di degrado. Solo sul finire del secolo l’arrivo da Padova del dinamico astronomo Antonio Abetti (1846-1928) permise di far rinascere l’astronomia fiorentina. Prima di tutto egli si occupò di restaurare e migliorare gli strumenti esistenti, favorendo lo sviluppo di competenze tecnico scientifiche private nel campo dell’ottica e della meccanica di precisione. Abetti indirizzò la ricerca verso l’osservazione degli asteroidi e lo studio dei fenomeni solari, in particolare attraverso le eclissi di Sole. Meritano particolare rilievo i contatti con la comunità astronomica internazionale che egli si preoccupò di stabilire fin dall’inizio della sua attività.
Telescopio riflettore,
Tito Gonnella; prima metà XIX secolo; legno, ottone, ferro
Lo strumento fu presentato da Gonnella al Terzo Congresso degli Scienziati Italiani (Firenze, 1841) per provare la superiorità dei telescopi a riflessione. Nello stesso Congresso Amici mostrò la lente obbiettiva dell’“Amici I”, come prova della superiorità dei telescopi rifrattori.