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L’universo cristiano

La visione cristiana del cosmo ispirò grandi capolavori di poesia e di letteratura, fortunate sintesi enciclopediche e un numero considerevole di opere d'arte (come la raffigurazione di Sant'Agostino immerso nello studio della matematica e dell'astronomia da parte del Botticelli), visualizzazioni scenografiche della cosmogonia cristiana ispirate dal Genesi biblico (negli stupendi cicli pittorici degli edifici religiosi medievali, come la Basilica di San Marco a Venezia o i Battisteri di Padova e Firenze) e immagini dell'universo come una sfera mossa dalle intelligenze angeliche, quale viene prospettata da bellissimi manoscritti miniati o dal formidabile arazzo di soggetto astronomico della Cattedrale di Toledo.

Le trattazioni cosmologiche degli autori cristiani medievali sono caratterizzate dalla volontà di presentare la struttura armonica dell’universo come la prova più eloquente della potenza e dell’infinita saggezza del Creatore. Le immagini miniate nei codici del Medioevo cristiano narrano ascese mistiche verso il cielo e mostrano angeli che muovono la sfera celeste. Altri autori si impegnarono nella produzione di testi che spiegavano in maniera semplice la struttura della sfera celeste.
La produzione di strumenti scientifici restò limitata e di qualità non eccelsa durante il Medioevo, che subì in questo campo l’influenza della tradizione bizantina e, più tardi, quella della cultura araba. Quest’ultima costituì un punto di riferimento importante anche per lo studio e per la pratica dell’astrologia, stimolando la realizzazione di cicli figurativi che poco avevano di cristiano, come i suggestivi affreschi astrologici del Palazzo della Ragione a Padova.