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Nella primavera del 1609 Galileo si procurò un oggetto singolare venduto a Venezia come giocattolo: un corto tubo con due lenti alle estremità che consentiva di vedere ingranditi gli oggetti distanti. Galileo s’impegnò nel suo perfezionamento, conseguendo rapidamente risultati molto positivi: nelle sue mani, quel giocattolo si trasformò in uno strumento scientifico destinato a trasformare il mondo. Nel novembre dello stesso anno iniziò a esplorare la volta stellata. Ai suoi occhi si manifestò un universo totalmente diverso da quello descritto dalla tradizione, rafforzando in lui la convinzione della verità dell’ipotesi copernicana. La superficie della Luna appariva corrugata da valli e alte montagne, esattamente come la Terra; la Via Lattea era una fitta congerie di stelle; intorno a Giove orbitavano quattro satelliti; il Sole presentava macchie scure; Venere mostrava fasi come la Luna; Saturno, infine, sembrava formato da tre corpi accostati.
La pubblicazione di queste sensazionali novità rese Galileo celebre in tutta Europa. Ma stimolò anche le reazioni dei rappresentanti della cosmologia tradizionale e del clero. Questi ultimi respingevano fermamente la concezione copernicana perché contraria alle affermazioni geocentriche delle Sacre Scritture.
Il primo procedimento istituito contro Galileo nel 1616 si concluse con una semplice ammonizione. Drammatico fu invece l’esito del nuovo processo al quale fu sottoposto nel 1633. Lo scienziato toscano fu condannato come sospetto di eresia e costretto all’abiura.