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Il telescopio, misura del tempo e longitudine

6.1 - I metodi astronomici antichi

Schema di eclissi di Luna. (Oronce Finé, De mundi sphaera, sive, Cosmographia, Parigi, 1555, p. 49r) Fasi di un’eclissi di Luna (J. Hoewel, Selenographia, Danzica, 1647, fig. FFf)

Fino al XVII secolo, gli astronomi desiderosi di registrare il tempo delle proprie osservazioni si erano arresi all’evidenza che gli orologi meccanici, per quanto ben costruiti, accumulavano errori giornalieri di molti minuti.

Poiché un errore di un minuto significava un errore di un quarto di grado in longitudine (circa 25 km all’equatore), si comprende perché i metodi astronomici rimasero a lungo gli unici validi. Il più diffuso consisteva nel determinare l’istante del massimo di un’eclisse lunare, osservabile nello stesso modo da tutti i luoghi compresi in un emisfero terrestre. Se due astronomi confrontavano le loro registrazioni, potevano determinare la differenza di tempo locale fra le loro città. Da questa differenza potevano quindi ricavare la differenza in longitudine che li separava. Tuttavia, la rarità delle eclissi rendeva questo metodo utile ai geografi, ma non ai naviganti.

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