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Il cielo d'Egitto

L'anno egizio
Una delle principali 'eredità' dell'Egitto faraonico è il calendario lunare di 365 giorni. Già in uso intorno al 2800 a.C., consisteva di 12 mesi di 30 giorni, a cui si aggiungevano 5 giorni detti "sopra l'anno". Ogni mese era a sua volta composto da 3 decadi (settimane di 10 giorni), mentre l'anno si divideva in 3 stagioni di 4 mesi ciascuna: Akhet (Inondazione), Peret (Uscita) Shemu (Secca).

Il capodanno era fissato dalla levata eliaca della stella Sirio (Alpha Canis Majoris: Spdt per gli Egizi, da cui So this in greco, letteralmente "l'acuminata", da riferire probabilmente alla brillantezza), che torna visibile al sorgere del Sole intorno al 19 luglio. L'evento fu messo in correlazione causale con il contemporaneo inizio dell'annuale inondazione del Nilo.

In età faraonica i mesi non hanno nomi, sono solo numerati. Non esiste neppure una data a partire dalla quale numerare successivamente gli anni: ad ogni regno il conteggio riparte da 1 (ad esempio, anno di regno 19, mese IV di Peret, giorno 14).

Nell'età più antica si datava di preferenza riferendosi al censimento del bestiame che avveniva ogni due anni (ad esempio, "l'anno dopo il 18° censimento" corrisponde all'anno 37° di regno).