Le novità celesti divulgate da Galileo incontrarono l’opposizione, prima, e la decisa ostilità, poi, delle autorità ecclesiastiche. Il deciso impegno dello scienziato pisano a favore del sistema copernicano fu considerato inammissibile perché contrario alle affermazioni delle Sacre Scritture. Per questa ragione, Galileo fu denunciato una prima volta al Tribunale dell’Inquisizione nel 1616, subendo un processo che si concluse con la sua ammonizione ad abbandonare la tesi eliocentrica. La denuncia venne rinnovata dopo la pubblicazione del Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo (1632), un’opera scopertamente filocopernicana. Questa volta il processo si concluse con la condanna di Galileo per "veemente sospetto di eresia" e con la sua drammatica abiura davanti ai Padri Inquisitori. Un episodio, questo, che produsse enorme impressione in Italia e nel resto d’Europa, avviando una lunga stagione di severo controllo della Chiesa Cattolica sulle conquiste e sui protagonisti della ricerca scientifica.
L’abiura di Galileo
Io Galileo, dell’età mia d’anni 70, ... inginocchiato avanti di voi Eminentissimi et Reverendissimi Cardinali giuro che sempre ho creduto, credo adesso, e con l’aiuto di Dio crederò per l’avvenire, tutto quello che tiene, predica et insegna la Santa Cattolica et Apostolica Chiesa. Ma perché da questo Santo Offizio, per aver io ... dato alle stampe un libro nel quale tratto l’istessa dottrina già dannata et apporto ragioni con molta efficacia a favor di essa, sono stato giudicato veementemente sospetto d’heresia ... Pertanto, volendo io levar dalla mente delle Eminenze Vostre questa vehemente sospitione ... con cuor sincero e fede non finta abiuro, maledico e detesto li sudetti errori et heresie ... e giuro che per l`avvenire non dirò mai più né asserirò, in voce o in scritto, cose tali per le quali si possa haver di me simil sospitione; ... Mi sottometto a tutte le pene e castighi che sono da’ sacri canoni et altre constitutioni generali e particolari contro simili delinquenti imposte e promulgate. ... et in fede del vero, di mia propria mano ho sottoscritta la presente cedola di mia abiuratione et recitatala di parola in parola, in Roma, nel convento della Minerva, questo dì 22 Giugno 1633.
Io Galileo Galilei ho abiurato come di sopra, mano propria.