La fama che i contemporanei tributarono a Galileo è attestata anche dai numerosi ritratti che raffigurano lo scienziato toscano quando era ancora in vita: Santi di Tito, Domenico Tintoretto, Giovanni Battista Caccini, Francesco Villamena, Ottavio Leoni, Domenico Passignano, Joachim Von Sandrart e Charles Mellin sono solo alcuni degli artisti che resero omaggio a Galileo.
Il ritratto oggi più famoso si deve a Justus Suttermans, che lo eseguì nel 1636. Il pittore fiammingo dipinse anche un ritratto di Galileo per il granduca Ferdinando II, oggi noto attraverso alcune repliche. Importante è la copia qui esposta, che raffigura lo scienziato toscano con l’anello linceo e il cannocchiale. Il dipinto presenta Galileo secondo un’immagine assai gradita alla famiglia Medici, interessata a promuoverne il ruolo di geniale astronomo e di abile costruttore di strumenti di misurazione. Lo dimostra il busto di Galileo scolpito da Carlo Marcellini che rappresenta Galileo con compasso e cannocchiale. La diffusione del mito di Galileo nella Toscana medicea è attestata anche dalla solenne museificazione del dito dello scienziato pisano, prelevato nel 1737 in occasione della riesumazione dei suoi resti mortali.