Tra i corpi celesti rivisitati e trasformati dalla visione telescopica, la Luna fu quella che generò la maggiore impressione. Dopo la pionieristica esplorazione del satellite della Terra compiuta da Galileo e la diffusione, attraverso le incisioni, dei disegni che ne aveva tratto, l’obbiettivo di fornire una raffigurazione precisa della frastagliata morfologia della superficie lunare costituì per molti decenni una sfida per i principali astronomi europei. Per ottenere effetti realistici e suggestivi, essi ricorsero alla collaborazione di artisti rinomati. Inaugurata da Galileo, la selenografia venne definendosi come una nuova scienza rigorosa grazie al contributo di numerosi ricercatori che ne fissarono progressivamente lo statuto. Alla fine del Seicento, le mappe lunari presentavano un aspetto che non sfigura troppo rispetto alle moderne fotografie del volto della Luna. Man mano che la sua morfologia veniva definendosi, gli astronomi si impegnarono nello sforzo di introdurre una nomenclatura omogenea, che consentisse di identificare le molteplici caratteristiche geografiche della Luna. Prima della fine del Seicento, i principali tratti del volto lunare erano ormai contraddistinti dai nomi che usiamo ancora oggi per individuarli.