Il motivo dell’armonia delle sfere raggiunge nel Seicento la formulazione più avanzata coinvolgendo diversi ambiti del sapere: astronomia, astrologia, teologia, filosofia, musica, anatomia. Johannes Kepler, Robert Fludd, Marin Mersenne, Athanasius Kircher proposero interpretazioni molto diverse ma accomunate dalla fede in un Dio non solo Geometra ma anche Musico, che ha creato l’universo impiegando le proporzioni numeriche e le figure geometriche dalle quali scaturiscono le consonanze musicali. L’impostazione teologica e l’impiego apologetico della scienza dei suoni di Mersenne culmina nell’opera del gesuita Kircher, che operò anche una singolare sintesi fra la tradizione ermetico-astrologica e il meccanicismo. Ai "vaghi simbolismi" del macrocosmo e microcosmo armonico di Fludd si oppongono le ellissi kepleriane, che conciliano le sue tre leggi con i dibattiti musicologici coevi. Con Kepler, l’ordine del cosmo rivelato dalla moderna scienza diviene la più rigorosa rappresentazione visiva della sinfonia celeste e dell’archetipo armonico della creazione.