I programmi di esplorazione sistematica del cielo varati dagli osservatori astronomici, la messa a punto di strumenti di osservazione di grande potenza e lo sviluppo della ricerca sulla forze fisiche che governano l’universo contribuirono all’affermazione di una nuova immagine del cosmo, fondata sull’analogia con l’orologio, il dispositivo che in quegli stessi decenni veniva raggiungendo livelli di sofisticazione e precisione sorprendenti. Abilissimi costruttori di orologi dedicarono i propri sforzi a tradurre la nuova immagine dell’universo galileiano e kepleriano in dispositivi meccanici funzionanti capaci di emularne struttura e movimenti. L’immagine evocativa dell’universo-macchina venne emblematicamente espressa dai complessi planetari - denominati orreries dal loro primo promotore, Charles Boyle, Conte di Orrery - la cui produzione data dall’inizio del Settecento. Attraverso l’intero secolo le orreries godettero di vasta popolarità e furono impiegate nelle attività di divulgazione della nuova cosmologia, come testimoniano testi di successo e immagini fortunate realizzate da grandi artisti.