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Presentazione del feto
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Il termine presentazione si riferisce alla prima grossa parte fetale che si mette in rapporto con lo stretto superiore del bacino.
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Presentazione cefalica di faccia
Si ha quando il feto si impegna con la faccia nello stretto superiore. In passato si tentava di rivoltare manualmente il feto in presentazione podalica oppure di portarlo in presentazione di vertice. François Mauriceu (1637-1709) riteneva che questa presentazione dovesse essere convertita in quella di vertice con la mano introdotta nelle parti e William Smellie (1697-1783) considerava questa presentazione un'anomalia. Lorenzo Nannoni (1749-1812), nel suo Trattato di ostetricia (1785), enuncia il concetto di normalità del parto di faccia. La mortalità fetale era comunque del 15-20% nel 1870 e vi erano rischi di formazione di ecchimosi e flogosi ai bulbi oculari e di tumori da parto.
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Presentazione cefalica di fronte
Di questa presentazione parlò per primo François Mauriceau (1637-1709) in un'opera del 1668, e quindi William Smellie (1697-1783). La prima a darne una descrizione corretta fu Madame La Chapelle (1769-1821), direttrice della Maternità di Parigi dal 1797 al 1821, nelle sue Pratiques des accouchements (1821). Per un certo periodo il parto frontale fu ignorato dai ginecologi, fino allo studio fondamentale di Luigi Mangiagalli (1849-1928), Il parto per il fronte (1880).
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Presentazione cefalica di vertice o occipitale
Il parto è normale o fisiologico quando il feto è in presentazione cefalica di vertice o occipitale (90-95% dei casi). La presentazione cefalica può essere anche deflessa (circa l'1,3% dei parti) nelle varietà di bregma, di fronte e di faccia.
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Presentazione di spalla
Nella presentazione trasversale il feto si presenta orizzontalmente, con il dorso in alto o in basso. Questo tipo di situazione è abbastanza raro (2%) e si verifica più frequentemente nelle pluripare a causa di una perdita di tonicità delle pareti utero-addominali, che impedisce al feto di spostarsi nella posizione longitudinale. Una complicanza associata a questo tipo di parto è il prolasso del funicolo, in quanto nelle presentazioni trasversali l'ombelico è vicino all'orifizio uterino e la parte presentata è alta. I primi casi descritti senza incertezze risalgono all'inizio del secolo scorso. In questa presentazione oggi si impone il parto cesareo.
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Presentazione podalica
La presentazione podalica si ha quando in rapporto con l'ingresso pelvico si pone una parte situata caudalmente rispetto alle creste iliache del feto, cioè le natiche e i due piedi (podalica completa) o solo le natiche o una o più parti degli arti inferiori (podalica incompleta, varietà di natiche, ginocchia o piede).
Il parto con il feto in presentazione podalica era considerato impossibile da Ippocrate (c. 460-370 a.C.), Plinio (c. 23-79) e Celso (sec. I). Nell'antichità i bambini nati da una presentazione podalica erano chiamati "agrippi", in quanto partoriti con difficoltà (aegre parti). Si dice che fossero nati in questo modo Agrippa e Nerone. Sino ai tempi di Ambroise Paré (fine secolo XVI) si consigliava di portare la testa in basso e trasformare la presentazione in cefalica. In questo modo si provocava una enorme mortalità. Agli inizi dell'Ottocento Francesco Asdrubali (1756-1832) fece osservare che tra le cause dell'elevatissima mortalità vi erano l'estrazione della testa e l'asfissia fetale. Le presentazioni podaliche riguardano circa il 3,6% dei parti e possono essere di natiche (2/3 dei casi) delle ginocchia e dei piedi.
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