di Leonardo da Vinci 1478*-2004**    
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Giovanni Canestrini (1939)
 

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Il contributo più esaustivo ed analitico dedicato all’”automobile” di Leonardo (che viene analizzata in tutte le sue molteplici polarità: le ruote, gli attriti, i sistemi di guida, ecc.) è certamente quello pubblicato nel 1939 da G. Canestrini (Leonardo costruttore di macchine e di veicoli). Il sopraccitato lavoro venne contemporaneamente pubblicato anche come capitolo del volume L’automobile. Il contributo italiano all’avvento dell’autoveicolo.
Tali pubblicazioni presentavano i risultati delle ricerche avviate dal Canestrini per la preparazione della vasta sezione dedicata a Leonardo della Mostra di Leonardo da Vinci e delle invenzioni italiane, allestita a Milano, presso il Palazzo dell’Arte, nel 1939 (maggio-ottobre). Come recita il frontespizio della Guida ufficiale dell’esposizione, posta sotto l’Alto Patronato del Re d’Italia e della quale era Presidente Generale il Maresciallo Badoglio, essa era stata promossa “dal Comune e dalla Federazione dei Fasci di combattimento di Milano, in obbedienza al comando di ‘portare la cultura al popolo’, che il Duce diede ai rappresentanti delle Istituzioni Culturali Lombarde il 31 ottobre 1936…”.
Assieme a Roberto Marcolongo, Giovanni Strobino e Arturo Uccelli, Giovanni Canestrini operò da Commissario per la Sala delle Arti Meccaniche. Nella descrizione dei contenuti della Sala che la sopraccitata Guida ufficiale ci presenta (p. 22-24) si nota un cospicuo numero di modelli funzionanti, ricostruiti dai disegni di Leonardo. Al n. 22 dell’elenco (p. 24) si trova descritto un “Modello ricostruito di carro automotore con sistema propulsore a molla, trasmissione indipendente alle ruote motrici e dispositivo differenziale”. Nella progettazione e costruzione del modello tridimensionale dell’”automobile” di Leonardo si era impegnato personalmente lo stesso Canestrini. Il modello andò purtroppo distrutto in occasione del trasferimento della mostra milanese a Tokyo nel 1940. Ne restano tuttavia due fotografie (pubblicate nel sopraccitato lavoro del Canestrini, alle pp. 125 e 130) e, diversi disegni costruttivi (ibid., pp. 115 e 127).
Nel suo studio più volte citato, Canestrini prendeva in esame tutti gli aspetti delle ricerche di Leonardo collegabili al tema dell’”automobile”. Canestrini analizzava, anzitutto, il dispositivo schizzato nel foglio 17v (4va) del CA del quale produsse un disegno costruttivo (p. 108), evidenziando che si tratta di un “vero e proprio schema di trasmissione per un veicolo meccanico ad automotore” (p-110).Canestrini era convinto che questo studio fosse stato sviluppato nel progetto delineato nel f. 812r (296va) del CA, progetto che Leonardo avrebbe lasciato incompleto. Di tale foglio egli analizzava anzitutto (p. 113-118) il disegno schizzato nella parte superiore, concludendo che rappresentava uno studio di trasmissione del moto dalle ruote orizzontali dentate (azionate dalle molle a balestra) alle ruote del carro. Successivamente, Canestrini esaminava il disegno inferiore al quale assegnava maggiore importanza. Egli esprimeva apprezzamento per la vantaggiosa soluzione di un rapporto di riduzione per la trasmissione (dalle ruote dentate orizzontali alle lanterne verticali che ingranano le ruote del carro) adottato da Leonardo, al quale attribuì (come già aveva fatto il Semenza) la scoperta del “differenziale”, dato che il suo veicolo mostra una trasmissione indipendente alle due lanterne, risolvendo così il problema di permettere “a due ruote solidali di un carro di percorrere le curve, rotolando normalmente e senza strisciamenti” (p. 121). Canestrini si concentrava poi sul sistema delle molle a balestra, che avrebbe dovuto fornire l’energia motrice al veicolo. Riprendendo le osservazioni già formulate dal Semenza, Canestrini mostrava di condividere che le molle a balestra avessero funzione motrice, e confermava che nel disegno mancava il collegamento tra tali molle e le ruote dentate orizzontali; non si capiva inoltre quale fosse la funzione delle rotelle angolari a pioli. Sulla base di queste difficoltà interpretative, Canestrini concludeva che il progetto presentò a Leonardo difficoltà insormontabili: per questo a un certo punto egli lo abbandonò.
Nonostante queste valutazioni negative, Canestrini ribadì che il progetto vinciano prospettava tre novità di grande rilievo: il principio del ruotismo differenziale, per la prima volta concepito per un veicolo; l’idea di accumulare, attraverso un sistema di molle, l’energia necessaria al moto; e, infine, la trasmissione indipendente alle due ruote motrici del carro (p. 128). Proprio per visualizzare queste pionieristiche intuizioni egli decise di ricostruire il modello, nonostante fosse convinto che il carro vinciano non avrebbe potuto funzionare (“questo veicolo, così come è stato disegnato, non può aver funzionato”). Canestrini accennò all”automobile di Leonardo anche nel saggio del 1939 su Le macchine di Leonardo in: Leonardo da Vinci (pp. 500 e 502).